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Gerusalemme capitale, Hamas: ogni venerdì sia giorno di rabbia

Continuano proteste e manifestazioni in Cisgiordania, dopo lʼannuncio di Trump; nel Sud di Israele risuona lʼallarme antimissili

Gerusalemme capitale, Hamas: ogni venerdì sia giorno di rabbia - foto 1
ansa

Il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, dopo la decisione di Trump su Gerusalemme capitale, ha chiesto che ogni venerdì sia dichiarato "giorno di rabbia" fino a quando il presidente statunitense non farà marcia indietro.

"Lavoreremo perché l'amministrazione Usa - ha proseguito Haniyeh - cambi questa ingiusta dichiarazione. Il nostro obiettivo è rompere la posizione americana".

Il bilancio di arresti e feriti Sono quasi una settantina i palestinesi feriti negli scontri con l'esercito israeliano in corso in alcune località della Cisgiordania. Lo riporta l'agenzia Maan citando i villaggi di Burin, Nablus e il campo universitario di Khadouri a Tulkarem. La maggior parte dei feriti sarebbe proprio a Tulkarem: 41 secondo la Mezzaluna Rossa, tra intossicati dai gas lacrimogeni e colpiti da proiettili di gomma. Altre fonti riportano scontri anche a Bet El, nei pressi di Ramallah, e a Gaza nei pressi della linea di demarcazione con Israele.

La polizia israeliana, riferiscono i media locali, ha confermato che dal giorno dell'annuncio di Trump su Gerusalemme capitale di Israele, i palestinesi arrestati in città sono stati 77 per aver "partecipato a dimostrazioni violente". Sempre secondo la stessa fonte, sono 37 i palestinesi arrestati nelle ultime 48 ore a Gerusalemme est. Militari israeliani hanno anche fatto irruzione in due università palestinesi in Cisgiordania: quella di Al-Quds ad Abu Dis e quella a Bir Zeit sequestrando materiale "collegato all'istigazione, inclusi poster e bandiere".

Sirene nel Sud di Israele Le sirene d'allarme antimissili risuonano nelle aree israeliane attorno alla Striscia di Gaza.

Libano e Turchia pensano ad ambasciata "Palestina" Il Consiglio libanese dei ministri ha nominato una commissione che dovrà studiare la proposta, avanzata dal ministro degli Esteri Gebran Bassil, di aprire un'ambasciata a Gerusalemme come "capitale della Palestina". L'iniziativa fa seguito al vertice a Istanbul dell'Organizzazione della Conferenza islamica (Oci), al termine della quale la città sacra alle tre religioni monoteiste è stata proclamata capitale dello Stato palestinese.

Lo stesso farà la Turchia, come ha annunciato il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, secondo quanto riporta il Daily Sabah. "Sarà fatto ogni tipo di sforzo finché gli Usa non faranno marcia indietro rispetto alla loro decisione di dichiarare Gerusalemme capitale di Israele", ha spiegato il ministro.