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Disney World, l'italiano arrestato si difende:
"Ho dato solo un calcio nel sedere a mio figlio"

Dopo esser finito dietro lo sbarre, Dario Napolitano racconta la sua verità su quanto è successo nel parco divertimenti a Orlando: "Non sono un mostro, è stato terribile"

Tgcom24

"Per un calcio nel sedere a mio figlio sono diventato il mostro di Epcot". Così Dario Napolitano, l'infermiere 41enne arrestato a Disney World, ha descritto quanto gli è successo a Orlando. "Ero con mia moglie e i miei due figli di 3 e 9 anni - ha raccontato a La Stampa -. Il più grande ha fatto cadere il più piccolo, facendogli sanguinare il volto. L'ho rimproverato e gli ho dato un calcio nel sedere. Poi è stato un inferno".

Tutto è successo in pochi attimi. "Ho rimproverato molto mio figlio di nove anni per quello che ha fatto anche perché il piccolo è stato operato per un glaucoma congenito bilaterale", ha spiegato l'uomo. "Poi si è avvicinato un turista americano che ha iniziato a insultarmi e ha chiamato la polizia", ha proseguito.

"Dieci minuti dopo alcuni agenti ci hanno portato in una stanza - ha spiegato ancora Napolitano -. C'erano alcuni poliziotti, il personale del parco, una giovane dipendente italiana che faceva da interprete e soprattutto uno sceriffo di una crudeltà disumana". "Ci hanno tenuti lì per quattro ore e interrogati separatamente - ha continuato -. Quell'uomo ha scattato delle foto al bimbo più piccolo, ha parlato con gli impiegati del parco giochi, mi ha messo le manette alle mani e ai piedi e poi ha iniziato a spingere mia moglie a terra".

"I miei figli gridavano, piangevano - ha spiegato l'infermiere 41enne di Napoli -. E' stato terribile, un autentico incubo". "Mi hanno lasciato in una macchian della polizia per sei ore sotto il sole e poi mi hanno portato in prigione - ha proseguito -. Mi hanno tolto il cellulare e messo in una stanza con altri detenuti per tutta la notte". "Quando sono uscito, soltanto alle 4 della mattina successiva, stavo talmente male che sono dovuto andare in ospedale a farmi controllare", ha aggiunto Napolitano.

"Per uscire di cella mio cognato ha dovuto pagare una cauzione di duemila dollari - ha continuato -. Poi ho proseguito la mia vacanza, sono andato a New York al consolato italiano, ma non mi hanno dato alcuna assistenza, quindi ho deciso di tornare in Italia". Ma l'odissea di Napolitano non è finita con il suo rientro.

"Una volta a Napoli sono stato travolto dagli sfottò dei colleghi e sono stato dipinto come il mostro di Epcot per una vicenda che ha dell'incredibile", ha raccontato. E ora a Orlando ci sarà il processo per abusi su minore. "Un legale a Orlando mi costa oltre diecimila dollari - ha concluso il 41enne -. Per me è una cifra esorbitante, non so cosa fare né a chi chiedere aiuto. Altro che mostro, sono io ad essere precipitato all'inferno".