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L'India nega l'immunità ai due marò italiani. Napolitano: "Evitare qualsiasi incrinatura"

Il presidente Monti chiama il premier Singh: "La giurisdizione è italiana, Delhi rispetti il diritto"

Reuters

L'India non riconosce l'immunità legale dei militari impiegati a bordo delle navi con funzioni anti pirateria "perché l'accordo sui Vdp (Vessel Protection Detachement) non si applica a livello globale".

Lo ha detto una fonte ufficiale del governo indiano. Intanto il presidente del Consiglio Monti ha telefonato al premier indiano, Manmohan Singh: "La giurisdizione sui marò è italiana", ha detto Monti.

"Nel ribadire al premier indiano la massima attenzione e preoccupazione con cui il governo segue le vicende dei marò italiani, il presidente del Consiglio ha ricordato che il presunto incidente - le cui dinamiche sono ancora tutte da accertare - è avvenuto in acque internazionali e che la giurisdizione sul caso è, di conseguenza, solo italiana", si legge in una nota di Palazzo Chigi.

"Il presidente Singh - continua - ha condiviso le preoccupazioni del presidente Monti volte ad evitare che si creino tensioni tra India ed Italia e che la vicenda rechi pregiudizio alla collaborazione tra i due Paesi e alle missioni internazionali di pace e di contrasto alla pirateria". Singh ha quinti assicurato "la massima attenzione alle richieste del presidente Monti, a cominciare da quella sul trasferimento dei due marò dalla prigione ad altro luogo di custodia adeguato allo status dei due militari".

La notizia del no all'immunità, intanto, complica le cose. La possibilità che i mercantili possano imbarcare dei nuclei militari di Vpd era stata prevista nelle operazioni anti pirateria dell'Unione Europea e della Nato, "ma non costituisce alcuna base giuridica per l'India", ha precisato Delhi.

Il governo indiano ha quindi ribadito che nel caso dei pescatori uccisi "si applicano le leggi indiane". Prendendo atto delle differenze esistenti tra i due Paesi in merito alla giurisdizione internazionale, "sarà il tribunale competente a decidere" e "qualsiasi sarà il verdetto lo rispetteremo".

Napolitano: "Massimo riserbo sulla vicenda"
Per risolvere positivamente la vicenda dei due marò italiani bisogna evitare "qualsiasi elemento di incrinatura" dei rapporti tra Roma e Delhi e agire con il massimo riserbo sul piano giudiziario, politico e diplomatico. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Monti: "L'india rispetti il diritto internazionale"
"Ogni atteggiamento da parte indiana non pienamente in linea con il diritto internazionale - ha sottolineato Monti al telefono con il premier Singh - rischierebbe di creare un pericoloso precedente in materia di missioni internazionali di pace e di contrasto alla pirateria, missioni in cui sono impegnati anche militari indiani, mettendone a repentaglio l'efficacia e le capacità operative".

Terzi: "L'immunità sia applicata"

Nel pomeriggio il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha incontrato il suo omologo etiope, Desalegn. "Abbiamo condiviso l'esigenza di affermare sul piano internazionale il principio dell'immunità dei peacekeeper che operano nel quadro delle risoluzioni Onu", ha detto Terzi. "Bisogna affermare questo principio di immunità e di giurisdizione nazionale applicabile come principio di carattere generale che è ampiamente riconosciuto ma che merita di essere affermato".