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Quando l'Fbi spiava Steve Jobs

Reso pubblico un dossier di 200 pagine: Bush senior lo volevo in uno staff governativo

Ap/Lapresse

L'Fbi aveva un dossier su Steve Jobs.

L'indagine sul co-fondatore della Apple risale al 1991, quando il nome di Jobs era stato preso in considerazione dall'allora presidente George Bush senior, per far parte del President's Export Council, il comitato di consulenza sul commercio estero.

Come riferisce il Wall Street Journal, l'Fbi ha ora reso pubblici gli incartamenti, dai quali emerge l'intenzione dell'Federal Bureau of Investigation di capire se Jobs facesse uso di alcol o droghe. Una circostanza, quest'ultima, verificatasi in età giovanile e ammessa pubblicamente dallo stesso Jobs.

Nel dossier, compilato per raccogliere informazioni sul numero uno della Apple in vista della eventuale nomina presidenziale, sono presenti varie interviste con persone che avevano frequentato Jobs. Una fonte dell'Ibm riferì agli agenti federali di non aver "mai assistito ad alcun uso illegale di droghe o abuso di alcol da parte di Jobs" che "sembra vivere in linea con i propri mezzi finanziari" e non aver mai assunto "atteggiamenti stravaganti".

Uno stile di vita confermato anche da una fonte femminile anonima che riferì che Jobs "si limitava a bere un po' di vino e non faceva uso di stupefacenti". "Tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70 - si legge nel rapporto dell'Fbi - Jobs potrebbe aver sperimentato l'uso di droghe illegali, in quanto figlio di quella generazione", mentre un'altra fonte riferì di essere a conoscenza del fatto che Jobs, negli anni del college, fece uso di marijuana e Lsd.

Nel dossier c'è poi una sezione dedicata alla "personalita'" di Jobs. Due persone all'epoca a lui vicine riferirono che il fondatore della Apple era "un uomo dalla forte volontà, un grande lavoratore, molto motivato", ritenendo queste "le ragioni del suo grande successo". Un'altra, una donna, si rifiutò di rispondere alle domande degli agenti, spiegando che aveva avuto con lui "discussioni riguardanti la sua etica e moralita'".

Non manca, tra gli intervistati, chi parla di Jobs come di una personalità "fondamentalmente onesta e degna di fiducia", ma "complessa". Questa fonte, di Palo Alto, in California, che si definiva un "ex buon amico" di Jobs, conosciuto mentre stava "avviando" un'azienda non specificata, spiega che Jobs "si alienò molte persone alla Apple a causa della sua ambizione". Un'altra fonte riferì invece che Jobs aaveva avuto un "cambiamento di filosofia entrando in contatto con la religione e il misticismo indiani" e che questo contatto mostrava di aver cambiato "in meglio" la sua vita.