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Taharrush gamea, così agì il branco a Colonia ma per polizia nessuna regia

Lʼordine di "molestare le bianche" sarebbe partito direttamente dal web. Ma dalle indagini finora non risulta che ci sia stata una pianificazione. Affondo del Nyt contro la Merkel

Taharrush gamea, così agì il branco a Colonia ma per polizia nessuna regia - foto 1
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"Taharrush gamea".

Così nel mondo arabo si definiscono le molestie alle donne nei luoghi pubblici. Ed è quello che sarebbe successo nella notte di Capodanno a Colonia e in altre città tedesche. L'ordine di "molestare le bianche" sarebbe partito direttamente dal web. Sms, social, email: tutto sarebbe stato deciso prima della festa. Ma dalle indagini finora non risulta che ci sia stata una pianificazione.

La polizia sta setacciando decine di messaggi tra email, sms e post diffusi in arabo e tedesco, ma anche in inglese, che sono circolati nelle ore immediatamente precedenti il Capodanno. Si indaga, inolotre, con grandissima attenzione, anche al possibile collegamento fra gli episodi accaduti nelle diverse città tedesche, ipotizzando una sorte di "regia unica". La maggior parte dei sospetti, spiegano gli investigatori, sono migranti non arrivati di recente ma da anni, come dimostrano le conoscenze delle vie dove sono avvenute le molestie.

Il termine "Taharrush gamea" divenne tristemente famoso all'epoca delle "Primavere arabe", quando decine di donne furono pesantemente molestate in piazza nei Paesi aravi durante le manifestazioni. Significativo l'attacco ai danni della giornalista americana Lara Logan.

Attacchi pianificati? Per la polizia locale no - "Quando si incontra un'orda del genere per commettere reati, deve esserci dietro una qualche forma di organizzazione. Nessuno può venirmi a raccontare che non sia stato preparato o concordato", ha detto il ministro Heiko Maas alla Bild am Sonntag. Dalle indagini, però, finora non risulta che gli attacchi siano stati "organizzati o guidati". Lo ha sostenuto il direttore generale dell'anticrimine del Land del Nordreno Westfalia nel rapporto presentato a una seduta speciale del parlamento regionale stamani a Duesseldorf.

Indagine su 19 sospetti, 10 sono profughi - Intanto emerge che la polizia locale indaga su 19 sospetti: 10 sono richiedenti asilo, 9 sono presunti clandestini. Come risulta dal rapporto del ministro della Westfalia Ralf Jaeger, nessuno dei sospettati è di cittadinanza tedesca. Quattro, già in stato di fermo, sono accusati di furto. Dal dossier non emerge di quali reati siano accusati gli altri.