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Volkswagen, test antismog "truccati" Francia chiede "unʼinchiesta europea"

Il colosso tedesco, che ha ammesso lʼuso intenzionale di software progettati per aggirare le leggi in vigore negli Usa, crolla in Borsa (-18%). Gli Stati Uniti avviano unʼindagine penale

Volkswagen, auto
ansa

Il governo tedesco e la Francia chiedono sia fatta chiarezza sullo scandalo che ha travolto Volkswagen dopo che l'ad Martin Winterkorn ha ammesso l'uso dei software per aggirare le leggi antismog negli Usa. Sono 500mila le vetture diesel ritirate a causa dei test "truccati" sulle emissioni. L'azienda è al centro di un'indagine penale negli Usa per lo violazione delle norme anti smog. Il ministro francese Sapin: "Serve un'inchiesta europea".

Bisogna controllare "tutti i costruttori, compresi quelli francesi per rassicurare i cittadini", ha detto il ministro delle Finanze di Parigi.

Dopo il crollo in Borsa sono arrivate le scuse di Winterkorn, che ancora una volta - dopo esser sopravvissuto alla guerra di potere con il patron Ferdinand Piech - rischia di perdere il posto: "Sono personalmente desolato del fatto di aver deluso la fiducia dei nostri clienti e dell'opinione pubblica - ha detto -. Per il consiglio di amministrazione e per me personalmente questi eventi hanno la più alta priorità. Vw non consente violazioni di regole e leggi di alcun tipo. Lavoriamo con le istituzioni competenti per poter chiarire nel modo più trasparenze veloce ed esaustivo possibile i fatti".

Mercoledì il colosso tedesco riunirà in emergenza il consiglio di sorveglianza per decidere la linea da tenere. L'indignazione però è generale: la Casa Bianca si dice "abbastanza preoccupata" per le azioni del gruppo. E mentre il governo tedesco non ha voluto commentare, in Italia Rete Consumatori ha già annunciato una class action ed il Codacons si è detto pronto ad azioni collettive e richieste di danni miliardarie, se si riscontreranno anomalie anche sul mercato italiano.

Un calcolo teorico - in base alla cifre disponibili - porta poi Spiegel on line a concludere che Vw potrebbe essere chiamata a pagare fino a 18 miliardi di dollari di sanzioni (se si seguisse il criterio di dover versare 37.500 dollari per ogni auto venduta). La collaborazione mostrata da Winterkorn dovrebbe però ridurre di molto l'importo: secondo alcuni analisti Vw potrebbe essere chiamata a pagare 1 miliardo di dollari.

E' chiaro che l'emersione di queste violazioni mette nuovamente a rischio le sorti di Winterkorn, che secondo alcuni osservatori tedeschi dovrebbe presentare le sue dimissioni: sia che fosse a conoscenza di quanto avveniva o no; in entrambi i casi si tratta di buone ragioni per fare un passo indietro. C'è però chi ritiene che l'opera di Winterkorn sia stata talmente importante per la casa tedesca che gli si darà la chance di chiarire ogni responsabilità.

Lo scandalo arriva a pochi mesi dai tentativi dell'ex presidente del consiglio di sorveglianza Ferdinand Piech di fare fuori l'ad di Vw. Piech si è dimesso ad aprile decretando la vittoria del potente top manager.