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Elena: "Il mio bacio da un delfino"

Il diario di un pomeriggio emozionante

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Qualche giorno fa, ho ricevuto un bacio molto particolare, che mi ha emozionata moltissimo. Sono stata baciata da un delfino, per la precisione della specie delle tursiopi. In realtà questa storia comincia parecchi anni fa, quindici per la precisione, quando a sette anni sono stata con la mia famiglia a visitare il delfinario di Gardaland. Mi ricordo che in quel momento non mi pareva vero di poter essere così vicina a degli animali che amavo in un modo smisurato, con l'intensità che solo un bambino desideroso di diventare veterinario può provare. Durante lo spettacolo, gli addestratori hanno invitato un bambino del pubblico a partecipare ai giochi dei delfini: morivo dalla voglia di essere scelta, ma è stata chiamata la bambina seduta accanto a me. La mia delusione è stata sconfinata. Ma ora, a distanza di tanti anni, ho avuto la mia rivincita. 

La voglia di passare un pomeriggio diverso dagli altri mi ha riportata a Gardaland e, nelle pause tra una giostra e l'altra, sono tornata al Palablu, dove ci sono ancora i miei amici delfini. Un po' per gioco e un po' per desiderio sono tornata su quegli spalti, e stavolta la sorte è stata dalla mia parte: ho potuto partecipare allo spettacolo. Con un sorriso degno di un'attrice che lascia il suo posto per ritirare un Oscar, mi sono lasciata condurre dal presentatore al centro della scena. Scopo dello spettacolo non è mettere in mostra prodezze e virtuosismi degli animali, ma spiegare a tutti come vivono i delfini e far vedere i giochi e le abilità che hanno nella loro vita reale in mare. Ad esempio, per mostrare come usino la bocca per recuperare gli oggetti mi hanno coinvolta in un gioco: anch'io dovevo ripescare con la bocca una mela galleggiante in una bacinella d'acqua senza usare le mani, mentre uno degli animali faceva la stessa cosa con un pallone. Chiaramente è stato molto più semplice per il delfino che per me.  

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Lo sapevate? I delfini cantano. Una delle istruttrici mi ha fatto vedere il gesto al quale gli animali sono addestrati a rispondere con il proprio verso: è stato bellissimo muovere le mani e vedere che il delfino mi rispondeva! E alla fine, per chiudere in bellezza, ho ricevuto un saluto veramente speciale. Mi sono sporta sulla vasca e Betsy, una delle delfine, è emersa dall'acqua e mi ha dato un bacio sulla guancia.  E' stata un'esperienza davvero curiosa. Dimenticate lo stereotipo del morbido delfino: il loro muso è veramente durissimo (il che ha molto senso, se si pensa che è anche il loro strumento di difesa). Anche se ho ricevuto baci più passionali, vedere a dieci centimetri quegli occhietti che mi guardavano con un'espressione intelligente e serena è stata un'esperienza fantastica. Mi sono subito resa conto di essere di fronte ad un essere pensante.  

Non so di preciso quanto sia durato il tutto, perché, maledetta relatività del tempo, a me è sembrato volare in un secondo. Al termine dello spettacolo, mi sono fermata a parlare con gli addestratori. Mi hanno raccontato il loro rapporto con gli animali, costruito con molto tempo e molto amore, proprio come le relazioni che si instaurano con le persone. I delfini che vivono al Palablu sono una famiglia: la mamma, il papà e due piccoline, di cui la minore ha solo due anni. Gli istruttori, Daniel Barros, Curator del Palablu, con l'aiuto di Valeria, Raffaella, Sveva, Alessandra e Vincenzo, hanno messo anima e corpo nel rapporto con gli animali ed è evidente che sono legati da un profondo affetto reciproco. Ridendo, Daniel ha raccontato che, insieme a Valeria e agli altri, trascorre più tempo con i delfini che con i suoi figli.

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Intanto, mentre parlavamo i delfini facevano "ricreazione" tra uno show e l'altro. Qualcuno aveva buttato delle palle da rugby nella vasca e loro si sono messi subito a giocare prendendo il pallone in bocca e lanciandolo, per poi recuperarlo e tirarlo di nuovo. Ogni tanto bisognava schivare un lancio radente che dalla piscina ci raggiungeva: era chiaro che i delfini volevano giocare con noi, per cui ho deciso di non deluderli e ho iniziato una piccola partita a palla con l'ultima nata, Naù. Purtroppo il tempo corre molto velocemente quando ci si diverte, e tra una chiacchiera e un tiro di palla era quasi ora dello spettacolo successivo. 
 
Ma ancora non volevo andarmene. Così ho chiesto a Daniel e Valeria come si fa a diventare addestratori di delfini. La risposta può dare una speranza a chiunque desideri intraprendere questo percorso: pare che non ci sia una “carriera universitaria” ad hoc, ma che ci siano dei corsi mirati, e che comunque dipenda tutto dalla capacità della persona di entrare empaticamente in sintonia con i delfini (anche se chiaramente una persona laureata in biologia è più facilitata di una laureata in ingegneria spaziale!). Io sono laureanda in psicologia, per cui non dovrei cavarmela male!

L'esperienza è stata sensazionale per molti motivi. Forse perché sono nata sotto il segno dei Pesci, per cui sento una grande affinità con tutte le creature acquatiche. Dall'altra perché è stato bellissimo incontrare persone che nutrono tanto amore e rispetto per gli animali, al punto di decidere di dedicare loro una vita intera. 

 

Elena