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Usa: l'hi-tech aiuta i tetraplegici

Chip nel cervello fa muovere oggetti

Un gruppo di scienziati americani della Brown University ha svilupapto un dispositivo che ha permesso a una persona totalmente paralizzata di muovere alcuni oggetti usando semplicemente il pensiero.

Il "paziente" è riuscito a lavorare al computer, a usare un telecomando e a controllare un arto robot grazie solo all'utilizzo di un chip impiantato nel cervello. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature.

Battezzato "BrainGate", il dispositivo permette a un individuo paralizzato di muovere col pensiero il cursore su uno schermo, di telecomandare il televisore e anche di usare una mano-robot. Da un punto di vista tecnico, si tratta di un'innovativa interfaccia uomo-macchina basata su una protesi neuromotoria che, impiantata nella corteccia del paziente, grazie ai suoi elettrodi è in grado di captare gli impulsi nervosi e di tradurli in comandi.

Secondo quanto riferito dalla rivista Nature, che ha riportato la notizia in copertina, il progetto rappresenta l'ultima frontiera hi-tech in campo medico, una speranza inattesa per tutti i paraplegici e i tetraplegici. Creata e testata dalla Cyberkinetics Neurotechnology Systems Inc, azienda fondata dagli stessi neuroscienziati della Brown University, la protesi neuromotoria è stata messa a punto nell'ambito di un progetto molto più ambizioso rivolto all'accoppiamento del device con un innovativo stimolatore muscolare.

L'obiettivo dichiarato è quello di realizzare un'interfaccia motoria artificiale capace di far muovere nuovamente gli arti a paraplegici  e tetraplegici nella maniera più naturale possibile. Una lesione spinale interrompe irreversibilmente il collegamento nervoso tra la corteccia motoria, che pianifica e comanda il movimento, e i muscoli che lo eseguono. In precedenza la maggior parte degli scienziati credeva che il processo fosse irreversibile e che la corteccia motoria, rimanendo inutilizzata, smettesse di funzionare. Tesi smentita dal progetto americano basato invece sull'ipotesi che i neuroni della corteccia motoria sono in grado di inviare segnali anche a distanza di anni dalla lesione.

Due finora, il test umani realizzati dall'equipe guidata da John Donoughue. Uno su un 25enne e uno su un uomo di 55 anni, entrambi affetti da lesioni al midollo spinale dovute a un incidente. Incredibili i risultati ottenuti. Dopo un impianto di nove mesi, infatti, il paziente più giovane può, anche mentre parla, muovere il cursore su uno schermo, cambiare canale sulla TV, aprire delle email e usare una mano protesica per dare delle caramelle a un tecnico.

Un traguardo enorme che ora gli scienziati cercheranno di ripetere sul paziente più anziano. Entusiastici i primi commenti del team impegnato nel progetto. "BrainGate non fa altro che tradurre in comandi i pensieri del soggetto e, cosa ancora più entusiasmante, lo fa in tempo reale - spiega uno di loro - Quando si riuscirà a mettere in comunicazione il dispositivo non più solo con dei device esterni, ma con i muscoli del paziente, allora si potrà bypassare il blocco della lesione spinale e paraplegici e tetraplegici potranno muovere nuovamente i propri arti".