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Usa:crociata contro il porno online

Google: chiesti dati su ricerche hard

L'hard sul Web torna a fare paura agli Usa e in Rete comincia una nuova crociata contro i contenuti a luci rosse.

L'amministrazione Bush torna infatti alla carica per ripristinare una normativa sulla pornografia online bocciata dalla Corte Suprema. Secondo quanto si apprende, lo staff del presidente americano, avrebbe chiesto infatti a Google e ad altri portali maggiori dettagli sulle informazioni ricercate con più frequenza dai cybernauti statunitensi.

Richiesta che ha scatenato subito una serie di polemiche e di consensi nel mondo del Web. Secca la replica del coloso di Mountain View che ha rifiutato ogni diktat del governo. "Google non è una parte in causa all'interno di questo procedimento e la richiesta di informazioni da parte del dipartimento di Giutizia ci sembra davvero eccessiva", ha dichiarato il legale di Google, Nicole Wong.

Diversa invece l'opinione di molti altri big del settore che hanno invece accettato di collaborare con le autorità in questa singolare crociata contro la pornografia infantile. Tra le numerose imprese contattate dallo staff del presidente Usa ci sarebbe anche Yahoo!, ma al momento il maggior rivale di Google non ha ancora comunicato la sua posizione a riguardo.

La mozione dell'amministrazione americana rientra all'interno di un disegno più generale per la difesa del "Child Online Protection Act" del 1998, finito nel mirino della Corte Suprema americana perché ritenuto troppo generico ed efficace. La battaglia di Bush per l'hard su Internet è appena iniziata.