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Virus: nuovo allarme rosso

L'infezione si prende navigando sul Web

25 Giu 2004 - 16:23

Un nuovo allarme tiene con il fiato sospeso la Rete. Secondo quanto riferito da alcune importanti fonti governative Usa, infatti, online starebbe circolando un nuovo worm che rischia di diventare il più devastante di tutti i tempi. Ancora ignoto il nome del baco che, come altri suoi illustri predecessori, si propagherebbe attraverso i più popolari siti Intenet e non tramite posta elettronica.

"Gli utenti del Web devono essere consapevoli che tutti i siti, anche quelli di fiducia, possono essere colpiti da questo virus e contenere codici maligni", si legge in una nota del dipartimento per la sicurezza nazionale americano. Sul banco degli imputati, ancora una volta, ci sarebbe la vulnerabilità di Internet Explorer, diffusissimo e flagellatissimo browser targato Microsoft.

Tecnicamente parlando, secondo quanto si apprende in queste ore, il nuovo attacco arriverebbe direttamente da alcuni tra i più noti e più cliccati siti Internet. Grazie ad alcuni espedienti, i pirati sarebbero riusciti a violare i server che ospitano i portali inserendo un codice maligno che rimanda gli ignari utenti ad un altro server remoto infetto. Una volta attaccato, il pc colpito all'insaputa del suo proprietario si trasforma in una macchina zombie sotto il completo controllo degli hacker.

Difficile per ora attribuire l'attaco a qualche organizzazione in particolare. Alcune voci parlano di un matrice russa, ma fonti attendibili non confermano le indiscrezioni. Secondo alcuni esperti il nuovo virus sarebbe stato progettato per trasformare tutti i computer infetti in inconsapevoli veicoli di spam. Denominati "zombie", questi pc colpiti vengono convertiti in macchine spammer all'insaputa dei proprietari.

Al momento, nonostante la falla di Internet Explorer sia nota da tempo, non esistono ancora antidoti e si attendono ulteriori informazioni sulla natura del baco, sulla sua rapidità di diffusione e, infine, sulle sue potenzialità. L'allarme lanciato non lascia comunque ben sperare. Per i cybernauti, secondo alcuni,  l'unico rimedio possibile per ora sembrerebbe la disabilitazione dell'esecuzione di javascript all'interno del browser.

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