Lo sostiene un'analisi del Censis
Il rapporto Rur-Censis sull'e-democracy mostra un'Italia divisa dalla tecnologia. Più nel dettaglio, secondo lo studio, la penisola sarebbe caratterizzada in "inforicchi" e "infopoveri", ovvero da chi ha possibilità e capacità di utilizzare le nuove tecnologie, Web e computer in primo luogo, e chi resta ai margini dell'informatizzazione. Un divario profondo non solo tra Nord e Sud, ma anche tra categorie sociali: a restare "off line" sono casalinghe, pensionati e persone a bassa scolarizzazione.
L'analisi del Censis, presentata oggi dal direttore generale Giuseppe Roma e dal curatore della ricerca Gianni Dominici, ha puntato l'attenzione sulla e-democracy, cioè sul grado di informatizzazione degli enti locali e sulla relativa possibilità di consultazione e partecipazione da parte dei cittadini.
Tra le regioni il primato dell'e-democracy appartiene all'Umbria, mentre i migliori siti Web comunali sono quelli di Firenze e Torino, seguiti da Verona, Bologna, Modena, Milano e Roma. Meno attive, secondo il Censis, le Province, con risultati più potenziali che reali: a spiccare sono comunque Milano, Forlì-Cesena, Parma e Padova.
Ma Internet, anche se istituzionale, ha ancora per gli utenti una funzione passiva e informativa piuttosto che attiva e partecipativa: il 92% degli italiani naviga per ricercare informazioni, l'81% usa la posta elettronica, e solo il 41% ricerca servizi, mentre un esiguo 20% acquista prodotti on line.
Il desiderio di essere coinvolti nelle decisioni pubbliche è un bisogno per poco meno del 42% degli intervistati, mentre il 44,5% si accontenta di esprimere giudizi, suggerimenti o lamentele sui servizi utilizzati. Dall'altro lato anche gli enti locali non aiutano: solo nel 3,9% dei siti delle province e nel 7,8% di quelli dei comuni capoluogo sono presenti strumenti per la partecipazione e la consultazione dei cittadini.
Deludenti infine i dati relativi aIl'esclusione di un gran numero di cittadini dalla società della conoscenza: a non usare Internet e altre tecnologie informatiche sono l'84,5% delle casalinghe, l'83% dei pensionati e l'84% di chi non ha un titolo di studio.