FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Silvia Toffanin si racconta in esclusiva a "Grazia"

La conduttrice di "Verissimo" parla di presente, passato e futuro nel numero in edicola il 25 aprile

Silvia Toffanin si racconta in esclusiva a
grazia

Silvia Toffanin si racconta a "Grazia", con una intervista nel numero del magazine diretto da Silvia Grilli in edicola il 25 aprile.

Dalla sua infanzia e adolescenza a Cartigliano, provincia di Vicenza, al trasferimento a Roma per lavorare come modella a 18 anni, affrontando un mondo difficile come quello della moda. "Io mi sento sempre un pochino a disagio - dice -. Ovunque, anche oggi. Allora avevo paura di tutto, è stata il mio freno o la salvezza".

Tutto è iniziato a Cartigliano, un paese di 3mila abitanti in provincia di Vicenza. La mamma bidella, il papà operaio e Silvia che passa molto tempo con i nonni: "Il nonno mi raccontava i pettegolezzi del posto. Mi coinvolgevano nelle loro attività: Rosario, processione durante il mese della Madonna. Briscola, Settebello. Giocavamo spesso a carte, vincevo". Pochissimi i primi amori: "Direi nessuno, con mio padre geloso - ricorda la Toffanin -. In paese usava che i ragazzi, le comitive di amici citofonassero per dire 'scendi', senza esserci messi d'accordo prima. Rispondeva mio padre, e ogni volta: 'Silvia non c'è'. Non mi faceva uscire. Ogni tanto mi permetteva di andare in discoteca, a condizione che mi accompagnasse lui. Mi aspettava chiuso in macchina nel parcheggio. Inutile dirgli di andarsene a casa per tornare a riprendermi. Non si muoveva da lì".

A 18 anni però le cose cambiano e Silvia comincia l'avventura a Roma con i risparmi dei nonni. "'Vai, viaggia', diceva mamma, 'non fare come me che sono rimasta qui'. Lo stesso mio padre. Era come se mi stesse dicendo: 'Io ti ho insegnato a camminare, ora tocca a te'". E poi "Milano, Parigi, Atene, Londra, Barcellona. Avevo iniziato a lavorare molto". Un inizio confortante, con belle prospettive, ma ammette che l'ambiente della moda non era fatto per lei: "Io mi sento sempre un pochino a disagio. Ovunque, anche oggi. Allora avevo paura di tutto, il mio freno o salvezza è stata la paura. Paura di uscire, paura delle menzogne. La mia vita erano lavoro e casa".

Qualcosa dell'infanzia dei suoi figli (Lorenzo, 8 anni e Sofia, 3 anni), che avrebbe voluto nella sua? "Da bambina sognavo i vestiti. A 14 anni, con i soldi dei primi lavori, servizi fotografici per cataloghi di negozi della zona, in genere tute da sci, compravo i vestiti. Mia madre ha conservato di sicuro i cataloghi. Me ne sono andata di casa che avevo sulla parete i poster di Claudia Schiffer, sul letto i pupazzi, ed è ancora tutto lì. La mia cameretta è rimasta intatta".