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Silvestrin: "So anche far ridere"

Dj, conduttore, attore drammatico e adesso protagonista anche in un ruolo brillante.

E' Enrico Silvestrin che, da domenica 9 maggio, sarà accanto a Bud Spencer ne "I delitti del cuoco", la nuova serie in onda su Canale 5. "Nonostante lo scetticismo di molti mi è stata data questa opportunità di un ruolo in una commedia - dice a Tgcom - e penso di essermela cavata bene. Recitare accanto a Bud è stato entusiasmante, sono diventato il suo confidente".

Dopo tre stagioni nel commissariato di "Distretto di polizia" e i misteri di "Crimini bianchi", Silvestrin indossa ancora i panni di un commissario ma con tutt'altro spirito. "I delitti del cuoco" è infatti una serie dove si sorride e anche la trama gialla è affrontata con leggerezza. "Con Antonello Capone ho fatto due anni di 'Distretto', che sono venti mesi di lavoro, non poco - dice Enrico -. E' stato bello da parte sua chiamarmi perché mi ha dato l'opportunità di farmi vedere alle prese con la commedia. Abbiamo vinto una sfida insieme".

E sul set con Bud come è andata?
Trovarsi a lavorare con questo mostro sacro è stato tanto inaspettato quanto gratificante. Nonostante i suoi 80 anni ha l'energia di un ragazzino, è tornato con un grande entusiasmo sostenendo anche che gran parte del merito era del resto del cast, quindi un attestato di stima non da poco. Per circa sei mesi ci siamo trovati in totale sintonia artistica e umana. Mi rendo conto che lavorare sulla commedia ti dà una leggerezza in più e poi in un contesto come Ischia...

Hai qualche episodio divertente da raccontare?
Nonostante la differenza di età e di fama che c'è tra me e lui Bud è stato molto carino. Sono diventato una specie di suo confidente. Mi ha praticamente raccontato la sua vita da capo a piedi, dalla carriera come nuotatore in avanti. A lui piace molto raccontare e d'altronde se non lo fa lui, con tutta l'esperienza che ha fatto. E' bello che tramandi la sua memoria facendola rivivere attraverso le altre persone. E' una persona molto bella, di grande cuore e non solo perché è un omone...

Come mai questo scetticismo? Considerando anche i tuoi inizi non mi pare così difficile immaginarti in un ruolo brillante.
Tieni conto che questo è anche un Paese con poca fantasia, dove per fare un edicolante si chiama un edicolante, dimenticando che il lavoro dell'attore dovrebbe essere quello di interpretare anche qualcosa lontanissima da lui. Certo, una sit-com come "Via Zanardi 33", che non è stato propriamente un successo non mi ha aiutato. Comunque ci vuole molta pazienza, ogni volta è una sfida e bisogna dimostrare qualcosa.

Negli ultimi anni ti sei dedicato completamente alla fiction. Che spazio occupa la musica oggi nella tua vita?
Sempre uno spazio predominante. Intanto ho ripreso a fare interviste per "Rolling Stone", mi piacerebbe fare l'autore per Mtv e poi a settembre lancerò una mia web radio con grandi nomi, un progetto di respiro internazionale. E' sicuramente cambiato l'approccio: ora lavoro più dietro le quinte, non c'è più il bisogno di apparire. E' più importante fare delle cose e farle a modo mio senza averne un riconoscimento diretto. Il mio sogno, con la web radio, è quello di lavorare senza paletti, liberi per riportare la musica a un ruolo non da comprimario come ha adesso sui vari canali tematici.

Massimo Longoni