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Addio Raimondo, centinaia a Milano

Una folla composta ha dato l'addio a Raimondo Vianello nella chiesa di Milano Due.

Commovente Sandra Mondaini, in carrozzina, in lacrime e sempre vicino alla bara. Durante l'omelia, monsignor Faccendini ha parlato del loro legame "consolidato in 50 anni, tanto che è innaturale immaginarli separati''. Toccanti i ricordi dei due filippini adottati dai Vianello e quello di Pippo Baudo che ha invitato la vedova a "continuare a parlare con Raimondo"

Il ricordo di Pippo Baudo dall'altare
''Sandra, di' forte: 'Raimondo', ditelo tutti 'Raimondo''', con questo invito, pronunciato in chiesa durante il suo ricordo dell'amico scomparso, Pippo Baudo ha fatto alzare in piedi tutti i presenti, che hanno scandito il nome dell'artista e lo hanno ricordato con un forte applauso. ''Viva Raimondo, con allegria'' ha ribadito Baudo che, forse per tirare un po' su' l'amica Sandra, visibilmente provata dal dolore, ha improntato il suo ricordo proprio all'allegria.

''Non sei appartenuto alla Rai o a Mediaset, ma a tutta l'Italia, hai regalato sorrisi e un sorriso - ha detto - resta per sempre''. Pippo si è detto, ''emozionato e preoccupato perché - ha scherzato - 'so cosa pensi, chissa' che sciocchezze dira' Pippo'. Il nostro è un rapporto speciale, di famiglia. C'e' il presidente del Consiglio, il tuo amico Silvio, quante serate avete passato insieme''. Baudo ha poi ricordato quando ''ti chiamavo e dicevi 'con chi vuoi parlare, con me? No, dicevo, con Sandra. E lui rispondeva 'meno male'''. E poi imitando il celebre umorismo dell'amico scomparso ha aggiunto, guardando la vedova: ''pensi finalmente di esserti liberato di Sandra? E invece no, lei e' sempre con te''. Baudo ha poi invitato l'amica ad alimentarsi, dicendole ''lui ti guarda, e' nel paradiso degli artisti, dove si faranno tante risate''.

La commozione dei figli adottivi
Lo chiamavano "zio Raimondo", ma per i figli adottivi Gianmarco e Raymond era come un padre. In chiesa è stato il loro l'ultimo saluto a Raimondo Vianello: lo hanno fatto con parole commosse e ricordi personali, che hanno toccato il cuore delle migliaia di persone che hanno seguito i funerali grazie al maxischermo posto al fianco della piccola chiesa di Dio Padre. "Ho vissuto tutta la mia vita con te; da tre giorni vivo senza di te e sono giorni vuoti, perché per me - ha detto Raymond, che porta il nome proprio del padre adottivo - eri un padre anche se ti chiamavo zio". Raymond ha poi ricordato "l'ultimo ricordo piacevole, quando ti ho visto tre giorni fa in ospedale, stavi dormendo, poi hai aperto gli occhi, mi hai guardato, sorriso e detto bravo".

In seguito è stata Sandra a proibire ai ragazzi di andare a trovare "zio Raimondo" in ospedale, "per avere solo ricordi piacevoli. E infatti - ha sottolineato Raymond - ho solo quelli". Piccoli momenti di intimità familiare, come la lettura del giornale, la visione delle partite fra i maschi di casa, la colazione insieme, che Raymond ha voluto condividere con tutti. E poi i grandi valori: "mi ha insegnato l'educazione, l'umorismo e soprattutto il rispetto".

Raimondo aveva cercato di preparare Raymond alla sua morte: "Una volta mi hai detto 'in paradiso mi toccherà stringere la mano chissà a quanta gente', io ridevo e pensavo che sarebbe accaduto dopo tanti anni, invece sono triste perché accade ora".

"Caro zio - è invece il ricordo del figlio adottivo maggiore, Gianmarco - la tua partenza è stata un duro colpo perché fin da piccolo mi sembravi immortale e il tempo non ha scalfito il tuo modo di essere. Solo negli ultimi mesi ti ho visto preoccupato, non per te ma per le ripercussioni sulla tua famiglia. Ti ho voluto molto bene, prima che Raimondo Vianello per me eri zio Raimondo, capace di amarmi - ha concluso commosso - come un padre ama un figlio".