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Sanremo "canta" in dialetto

Modificato regolamento edizione 2010

Il dialetto approda al Festival della canzone di Sanremo.

All'articolo 6 del regolamento che dispone l'uso della lingua italiana come prerequisito per l'ammissione in gara dei brani, è stato aggiunto la precisazione che "si considereranno appartenenti alla lingua nazionale, quali espressioni di cultura popolare, anche le canzoni in dialetto". La nuova disposizione entrerà in vigore a partire dalla prossima edizione 2010.

Crolla dopo 60 anni il tabù dell'ortodossia dell'uso della lingua italiana nei brani del Festival di Sanremo.Lo stabiliesce l'art. 6 del regolamento. Nel testo si delineano i requisiti che debbono avere le canzoni in gara e la precisazione, inserita quest'anno, piacerà a tutti i sostenitori delle miriadi di idiomi locali che dalle Alpi alle spiagge della Calabria rendono unico il nostro Paese. Ammesso anche il dialetto, quindi, che rappresenta espressione autentica della cultura popolare. 

Un passo avanti verso il federalismo dell'ugola, si potrebbe dire ammiccando alla Lega considerato inevitabile sponsor dell'inizitativa, ma senz'altro una novità che non mancherà di stimolare dibattiti e polemiche. Tramontati i tempi in cui la lingua italiana dominava e i dialetti erano trattati al pari di  lingue straniere, quando erano ammesse sole singole parole o brevi frasi e faceva fine l'asettica intonazione dei maestri di dizione.

Il Sanremo targato Antonella Clerici e, non più Bonolis, ammetterà quindi strofe in furlan o in foggiano aprendo le porte ad artisti del calibro di Van de Sfroos, detto anche il Woody Guthrie del lago di Como o Enzo Avitabile, napoletano, sassofonista e cantautore e i Tazenda, che dire, gruppo sardo che fa etno-pop-rock.