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Zed, un robot per amico

Ecco lʼandroide più famoso della tv

La celebrità arrivò grazie alla trasmissione musicale di Raiuno, Tilt! nel 1979.

Poi un motivetto penetrante, che faceva così: Erre-o-bo-t; Erre-o-bo-t e fu boom. David Zed è l’androide più famoso della tv italiana, ma il look impomatato e il sorriso plastico lo fanno assomigliare più a Ken, il fidanzato storico di Barbie, che a Terminator o ai replicanti di Blade runner.

La creatura comica del cabarettista americano David Kirk Traylor manca dalla tv italiana dall’ultima edizione di Pronto…Raffaella?, dove interpretava il maggiordomo della Carrà. Era il 1985. Ma la carriera di Zed, non si è conclusa in quel momento. Nel 1995, Traylor ha iniziato a scrivere il Mr Zed Show, lo show televisivo che ha fatto conoscere il suo personaggio in tutto il mondo. La trasmissione, in gran parte girata in Italia, non è mai arrivata sui nostri schermi, dove invece Traylor, è apparso spesso.

Zed non si vede dagli anni Ottanta, ma lei non si è mai fermato. Cosa ha fatto?
Ho fatto qualche apparizione a Quelli che il calcio e poi ho recitato in alcune fiction come quella sulla vita di Enrico Mattei o Nell’occhio dell’assassino, che è andato in onda su Canale 5 proprio qualche domenica fa.

Il Mr Zed Show è arrivato in più di 25 paesi.
Lo show ha avuto una strana metamorfosi. E’ nato come programma per ragazzi, ma poi è andato in onda a tarda notte e ha avuto indici di ascolto più alti.

Come spiega il grande successo di Zed?
Zed rappresenta un archetipo: tocca qualcosa che è nella mente della gente anche se la gente non lo sa. L’idea del robot è antica: esisteva ai tempi degli antichi greci e forse anche prima. Zed unisce la perfezione tecnica alla debolezza umana.

Perché il suo show non è mai stato trasmesso in Italia?
E’ in inglese e non è stato scritto per l’Italia. L’ho proposto ad alcuni network italiani, ma non erano disposti ad ascoltarmi e ho lasciato perdere. Era la prima volta che avevo una trasmissione da vendere e credo che il mio approccio sia stato sbagliato. Qui in Italia, o si produce per il mercato italiano o si importa dagli Stati Uniti, dalle grandi case come la Disney e la Warner Bros. e io non sono la Warner Bros.!

Nel 1989 ha recitato nella riedizione della  La cena delle beffe in teatro. Era la sua prima esperienza?
No. Da piccolo ho recitato anche Shakespeare! Ho studiato recitazione con il padre di Julia Roberts. In America avevo già recitato in teatro, a Broadway e in tv. Ho fatto la mia prima trasmissione a 5 anni. 

Lei ha avuto l’opportunità di incontrare Giovanni Paolo II e George Bush. Come li ricorda?
L’incontro con il Papa fu veramente positivo, infatti ci siamo incontrati un altro paio di volte. C’era simpatia e mi dispiace che non sia più tra noi.
Con George Bush era un rapporto di lavoro. Era un gran galà alla Casa Bianca e da americano, non potevo rifiutare un’occasione del genere. Con il presidente non fu un incontro così cordiale come quello con il Papa.

Dal Papa con lei c’era anche la Carrà, con cui ha lavorato a Pronto… Raffaella? e in Spagna. Che rapporto ha con Raffaella Carrà?
La gente ci ricorda insieme, ma ci vediamo veramente poco. L’ultima volta è stata in Spagna quando abbiamo fatto Hola Raffaella!. Tra noi c’è rispetto reciproco e credo che questo sia il motivo per cui abbiamo lavorato insieme.

Il successo di Zed è legato a una hit, R.O.BO.T del 1980. Come nacque questo tormentone?
La canzone non l’ho scritta io. Dopo il successo di Tilt!, la Emi comprò il mio contratto discografico da una casa più piccola e mi fece questa proposta.

Con questa canzone partecipò al Festival di Sanremo nel 1980.
Ero l’ospite d’onore.

Come l’è venuta l’idea del personaggio di Zed?
Quando ero ragazzo, in New Jersey, lavoravo in un luna park. Facevo Dracula 12 ore al giorno. Fuori c’era un manichino di Frankenstein che faceva un movimento solo. Rimasi affascinato. Mi piacevano i mostri del cinema e le macchine industriali.
Ho iniziato scherzando con i colleghi mostri: andavo a prendere la paga imitando Frankenstein. Poi mi sono reso conto che potevo estendere quel tipo di movimento a tutto il corpo e ho iniziato a studiare.

Come mai è arrivato in Italia?
Dovevo finire l’università, in America. Ho vinto una borsa di studio per andare all’estero e ho scelto di venire in Italia, per la sua storia e per il suo fascino.
Mio padre ha fatto la guerra in questo Paese e, nonostante ciò, è tornato appena ne ha avuto occasione. La cosa mi incuriosiva.
Sono arrivato con 200 dollari in tasca. Sono subito finiti. Dovevo restare tre mesi, così, di giorno, facevo Zed muto nelle piazze e, di notte, facevo il dj in una radio inglese.
Poi mi è andata meglio di quanto mi aspettassi. Una casa discografica mi offrì una tournèe teatrale per promuovere i suoi dischi. Non pagavano molto, ma era un’opportunità per vedere l’Italia gratis e fare un’altra esperienza in teatro.
Alla fine dell’estate mi offrirono un contratto e da lì ho fatto Tilt!.

Che rapporto ha con gli italiani?
Mia moglie e le mie figlie sono italiane. Ho preso la cittadinanza e mi sento un po’ italiano anch’io, anche se sono un italiano un po’ insolito… Non sono proprio Dante Alighieri! Vivo a Roma, ma il mio lavoro è all’estero, anche se cerco di stare fuori il meno possibile per stare con le mie figlie. In Italia mi godo l’anonimato, ma se arrivassero proposte, mi piacerebbe lavorare qui. Il pubblico italiano mi segue e anche il mio sito www.mrzed.com ha molti visitatori italiani.

Ha progetti in cantiere per il pubblico italiano?
Sto aspettando risposta da due produzioni , per progetti che non riguardano Zed, e sto scrivendo uno spettacolo mio. E’ una sorta di “one man show” che spero di completare entro novembre.

Viviana Pentangelo

E tu che ricordo hai di Zed? Scrivilo qui sotto!