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Baudo:"Al Festival voglio Fiorello"

"Le canzoni? Poco sanremesi"

"Al Festival voglio Fiorello e canzoni poco sanremesi.

Bonolis? Mi ha mancato di rispetto. L'amore? Ne faccio a meno. Sicuri? Ficarra e Picone. Praticamente certi? Renato Zero, Claudio Baglioni, Laura Pausini, Zucchero. Possibili? Gianna Nannini, Tiziano Ferro, Eros Ramazzotti, Gianni Morandi. Speranze? L'amico del cuore Fiorello. Impossibili? Grillo". Parola di Pippo Baudo che anticipa come sarà la 57esima edizione del Festival di Sanremo.

Che è anche la dodicesima di Pippo Baudo, il quale anticipa anticipa idee e contenuti a Tv Sorrisi e Canzoni. Innanzitutto i buoni propositi: non si andrà oltre la mezzanotte quando la linea passerà a Piero Chiambretti e al suo Dopo Festival; i giovani canteranno in prima serata alternati ai big e non a notte fonda; le cinque serate, "che comunque sono troppe", saranno diverse l'una dall'altra: "nessuna scaletta in fotocopia"; le canzoni saranno "poco sanremesi", ovvero niente rime "amore, cuore, fiore".

Non mancano anche alcuni spunti polemici come quello nei confronti di Paolo Bonolis: "mi ha mancato di rispetto, quando due anni fa, dopo solo tre ore che mi avevano fatto fuori dal Festival, accettò la direzione artistica". Delle passate edizioni non invidia proprio niente: "e poi chi si ricorda il nome dei vincitori?". Infine, l'amore di cui il conduttore dichiara di poter fare a meno: "Dormo tranquillo e poi da solo sto benissimo. Proprio come Renzo Arbore".

"La mia lunga carriera è stata un alternarsi di grandi successi e periodi bui. Polvere e stelle. Polvere e stelle". Con l'aggiunta di chili di dolore, parecchie delusioni sui "cosiddetti amici che invece spariscono", qualche conferma "sugli affetti più vicini" e una doverosa autoanalisi "sugli errori che ho commesso". Sanremo, cominciamo dai giovani. "Abbiamo avuto -spiega Pippo Baudo- una grande sorpresa soprattutto dai testi delle canzoni. Il tempo di "amore" che fa rima con "cuore" e "fiore" è morto e sepolto. Così come la cosiddetta canzone "sanremese" dalla melodia immediata ma altrettanto rapida nell'essere dimenticata. Oggi questi ragazzi sanno descrivere il mondo in cui viviamo. Per me il loro contributo è fondamentale". Non si esibiranno a mezzanotte, quindi? "No. Di sicuro-assicura Baudo- Nei giovani o ci credi o non ci credi. D'altra parte ci sono signori come Giorgia, Andrea Bocelli, Irene Grandi e Laura Pausini che vengono fuori da lì. Li ho lanciati io. Sanremo e' anche un'officina, non scordiamolo".

I big non più divisi in categorie. Bandite le eliminazioni così come ogni meccanismo da reality. Il suo Sanremo è un ritorno al passato? "Passato, presente, futuro: non fossilizziamoci su termini standard. Flaiano diceva: "Torniamo indietro. Sarà un progresso". D'altra parte negli ultimi tre anni, grandi o piccoli ascolti che ci siano stati, Sanremo -osserva Baudo - non è stato il vero laboratorio della canzone italiana. Chi si ricorda i nomi dei vincitori? Glielo dico io, nessuno. Ho fatto un mio personale sondaggio".

Cinque serate. Sono troppe? "Sì, ma non posso farci niente. Ancora per quest'anno e per il prossimo resterà n vigore la convenzione stipulata tra la Rai e il Comune di Sanremo. Il mio obiettivo, però-spiega Baudo- èdi confezionare 5 serate diverse l'una dall'altra. Il martedì e il mercoledì si esibiranno, divisi per metà, big e giovani. Il giovedì i big potranno riadattare il loro pezzo con un nuovo arrangiamento e alcuni ospiti. Il venerdì, insieme con la finale tra gli 8 giovani, ci saranno 8 grandi della musica italiana. Non so ancora chi saranno. Dobbiamo fare delle valutazioni ai primi di gennaio in base anche alle vendite discografiche del 2006".
Baudo anticipa qualche nome che vorrebbe. "Direi Renato Zero, Claudio Baglioni, Tiziano Ferro, Laura Pausini, Gianna Nannini, Eros Ramazzotti, Zucchero, Gianni Morandi. Ma badi bene che questa non è la lista. Sono sogni. Come si dice? "I sogni son desideri".

Baudo si augura di vedere Fiorello a Sanremo. "Non è impensabile ma è sperabile. Con lui ho un rapporto amichevole e realmente affettuoso. Non mi va di pressarlo ma lui sa che la porta è sempre aperta. Può venire -assicura- e fare ciò che vuole". Ficarra e Picone? "Sì, e ne sono particolarmente contento perché mi piacciono molto". Grillo? "No, lui non vuole tornare. Ci sentiamo spesso ma Grillo ha preso un'altra strada".

Che cosa invidia ai Festival dei suoi ultimi predecessori? "Con tutto il rispetto, niente. Esclusi i due di Fabio Fazio, che è stato l'unico a tentare una strada nuova. Perché, sia chiaro, per me non è certo una strada nuova portare a Sanremo Mike Tyson". A proposito del Festival di Bonolis, le dispiace non avervi preso parte come era previsto? "No. La rottura con Paolo -spiega Baudo - non avvenne per causa sua ma per un contrasto con Cattaneo. Ma visto che Paolo fu così intempestivo da accettare di diventare anche direttore artistico dopo solo 3 ore che mi fecero fuori, mancandomi quindi di rispetto, è stato meglio così. Ci saremmo scannati di sicuro. A me piace la pace e non il sangue. Credo che alla fine sia stata una fortuna per entrambi".

Baudo parla poi dei momenti più emozionanti delle sue precedenti conduzioni ai Festival. "Il più emozionante - ricorda - fu nell'84, quando feci salire sul palco gli operai dell'Italsider. Ebbi il coraggio di sospendere il Festival e di far parlare i loro rappresentanti sindacali. Il momento più doloroso invece fu nell'87, quando in diretta dovetti annunciare la morte di Claudio Villa, una persona a cui ero molto legato. Così come lo era Gianni Morandi, il vincitore di quella edizione, che era a fianco a me sul palco. Ricordo che Gianni disse: "Per me oggi non si celebra una vittoria. Ma una sconfitta"".