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Banfi,fiction su amore gay:polemica

Diviso il mondo della politica

''Lo so, qualcuno dirà: da Banfi non me lo aspettavo.

Ci saranno polemiche ma sono sicuro che andrà bene''. Lino Banfi ha azzeccato la previsione. All'indomani della messa in onda de Il padre delle spose, la fiction sull'amore lesbo, le polemiche non sono mancate, anzi. Ci si è messa di mezzo anche la politica.

''Non posso giudicare la qualità del prodotto ma penso che la Rai abbia fatto bene a trasmettere una fiction che affronta il tema dei diritti delle persone omosessuali''. Il ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni, affida al suo blog il commento sulla fiction. "Non ho visto Il padre delle spose'', confessa Gentiloni su Internet. ''Inviterei comunque coloro che temono che la fiction abbia creato 7 milioni di supporter del matrimonio gay a maggiore prudenza. In fondo quando nel 2000 il governo dell'Ulivo ha cercato un testimonial per i suoi spot sulla famiglia ha scelto proprio Lino Banfi. Che potrebbe essere associato a Zapatero solo nel titolo di un film della serie Fifa e arena".

Fabrizio Del Noce, sottolineando il valore del risultato dell'Auditel, ha detto: ''Sono temi che esistono nella società, è giusto trattarli. Nel film non c'è nessuna volgarità". E il direttore generale della Rai, Claudio Cappon, ha sottolineato: ''non credo che la messa in onda abbia creato particolari problemi. Penso che molte preoccupazioni siano state fugate dalla fiction stessa''.

Mentre il presidente della commissione di Vigilanza, Mario Landolfi ha detto: ''Il servizio pubblico radiotelevisivo non può esimersi dal trattare temi controversi, ivi compreso quello della omosessualità. Nessuno obbliga però la Rai a sposare acriticamente la tesi zapaterista''.

"Nell'epoca del governo Zapaprodi era scontato che anche la tv di Stato si trasformasse in Zaparai". Così Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia, presidente nazionale della Consulta etico-religiosa e membro dell'esecutivo politico nazionale del partito, interviene nel dibattito sulla fiction.

Anche il segretario di Rifondazione Franco Giordano ha fatto notare che sui temi veri il pubblico risponde. ''Un esempio magistrale di servizio pubblico'' la ha definita la deputata Wladimir Luxuria e il deputato dell'Ulivo, Franco Grillini, ha invitato la Rai ''dopo il trionfo della fiction di Banfi'' a dedicare ''un canale digitale ai gay'' creando una serie di reazioni a catena.

Pronta la replica di Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera: ''Grillini si rassegni:la Rai deve pensare a offrire servizio pubblico, non a dedicare un canale digitale alla comunità gay italiana''. E Isabella Bertolini, di Forza Italia, ha detto: ''E' vergognoso, ma purtroppo fa parte di un preciso disegno della propaganda laicista di chi oggi governa il Paese, proporre l'apertura di un canale pubblico digitale Rai dedicato alla comunità gay''.

Roberto Cota, vice capogruppo Lega Nord Padania ha parlato invece di ''discriminazione al contrario''. A bocciare il tv movie l'Aiart: ''E' davvero sorprendente che Raiuno decida di trasmettere in prima serata una fiction dove l'amore lesbico tra due donne viene presentato come la cosa più naturale del mondo'' ha affermato Luca Borgomeo, presidente dell'associazione di telespettatori cattolica. Nessuno scandalo ma qualità mediocre, invece, per il Codacons.