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Bova, mai stato così "Intelligence"

Arriva il tv movie che sa di kolossal

Azione, colpi di scena, utilizzo delle più avanzate tecnologie, effetti speciali e grande suspance: questi gli ingredienti Intelligence, Servizi & segreti, la nuova fiction di Canale 5 in sei puntate dal 21 settembre in prime time.

Una produzione kolossal da 20 milioni di euro realizzata in 36 settimane di riprese in 320 location diverse tra cui Italia, Asia, Africa, Romania, Svizzera e Siria con protaginista Raoul Bova.

Il tv movie si ispira a film come Bourne Ultimatum, agli ultimi James Bond e a Mission Impossible e rappresenta la prima serie tv dedicata allo spionaggio e ai servizi segreti. Cinquecento gli stuntman utilizzati tra 5000 comparse. Mille i mezzi terrestri impiegati, 30 elicotteri. Tra gli equipaggiamenti più  sofisticati anche quelli di ultima generazione prestati dall'Esercito Italiano. Bova interpreta Marco Tancredi (ci sono anche Massimo Venturiello, Ana Caterina Morariu, Irene Ferri e Dino Abbrescia), un ex ufficiale dei Corpi Speciali dell'esercito che per un errore di tattica nel corso di un'infiltrazione antiterrorismo in Medio Oriente fa sterminare la proprio squadra. A questo punto Marco lascia l'arma. Passa anni difficili in cui riesce a reagire fisicamente e mentalmente, grazie all'intervento di una psichiatra, Lidia, che è poi diventa sua moglie. E poi? Quello che accade lo abbiamo chiesto direttamente al protagonista.

"Succede che Marco decide di chiudere con il passato e si specializza in sistemi informativi, nuove tecnologie e strumentazioni. La storia si apre nella pura, gioiosa normalità, ma il destino è dietro l'angolo, un destino amaro e terribile che stravolge in un attimo la sua serenità. Ma Marco non si arrende, vuole capire il perché una nuova tragedia ha colpito la sua vita, così si avvicina ai servizi segreti".

Cosa ti è piaciuto di questo personaggio?
"E' un personaggio coraggioso, atletico, d'azione che ho sempre sognato di interpretare. Io ho sempre amato i film di James Bond, ricordo Moore e Connnery come degli eroi. Marco è un uomo che sente la solitudine, che soffre, alla ricerca dell'amore perduto e che vuole giustizia a tutti i costi".

Ti assomiglia?
Sì. Credo di sì. Anch'io, in fondo, sono nello stesso tempo fragile e forte.

Professionalmente parlando che esperienza è stata?
Tosta. Le riprese sono durate molto. Non ho mai fatto serie così lunghe a parte la Piovra. Ci sono moltissime scene d'azione, ogni giorno c'era un combattimento, con riprese a volte anche rischiose. Insomma, diciamo che è stato un impegno notevole.

Come definiresti questa fiction?
Nuova, assolutamente nuova come genere. Ricorda molto i film d'azione. Anche la mia parte è insolita.

Insolita?
Ma sì, esce un po' dello stereotipo dei personaggi che invadono la televisione in questi ultimi tempi che recitano ormai un copione collaudato e sempre lo stesso. Ecco, direi che Intelligence, Servizi & segreti  osi anche da questo punto di vista.

Dopo circa 40 ruoli tra film e fiction che ti piacerebbe fare?
Mi piacerebbe fare un musical. Ma anche la commedia mi diverte, mi mette di buon umore. Ora avrei anche voglia di un bel film d'amore. A gennaio girerò una commedia in stile british, per la regia di Roberto Burchielli, già regista di Sbirri. E poi finalmente una miniserie sul nuoto, a cui tengo da una vita, visto che sono stato un nuotatore (a 16 anni ha vinto il campionato italiano giovanile di nuoto nei 100 metri stile dorso, ndr)

Cosa manca al cinema italiano?
Un po' di umiltà. Mi riferisco ovviamente ai registi, attori, sceneggiatori, produttori, tutte le teste pensanti che ci sono dietro un film. In Italia ci sono tantissimi talenti che avrebbero bisogno di lavorare tutti insieme per uno scopo comune: riportare in auge il cinema italiano. Se invece devo fare una critica, dico che al cinema italiano serveno più sceneggiatori e che bisognerebbe favorire maggiormente le opere prime.

Cosa non rifaresti dei film e delle fiction che hai fatto?
Non lo so. Forse rifarei tutto. Secondo me, nella carriera di un attore deve esserci un po' di tutto. Ogni esperienza serve: ti fa maturare, crescere, svegliare. Per esempio io sono molto legato al film Io e l'altro (2006, regia di Mohsen Melliti, ndr) che al botteghino non ha avuto successo. Però mi ha dato molto dal punto di vista professionale.

Il mondo del cinema è ancora snob con gli attori che fanno anche fiction e tv movie?
Sì. Ma posso anche capirlo. La televisione ti dà grande visibilità e popolarità. Io ho grande stima per gli attori delle fiction, delle soap e di tutti quei prodotti che hanno costi molto più ridotti del cinema, dove si va al risparmio e ci si deve massacrare per i ritmi di lavoro. A volte penso: "Non si può che recitare da cani, se si lavora in queste condizioni".

Con quale attore e attrice di nuova generazione ti piacerebbe lavorare, con cui non hai mai lavorato? 
Mi piaciono molto Luca Argentero, Laura Chiatti e Carolina Crescentini. Poi tornerei a lavorare con Elio Germano e Valerio Mastrandrea con cui ho fatto davvero poco. Rifarei subito un altro film con Vittoria Mezzogiorno.

Cosa guardi in tv?
Le fiction. Mi ha divertito molto Tutti pazzi per amore. Mi piacciono i programmi di approfondimento, ma anche X Factor per esempio. Striscia, è uno dei miei must insieme con Paperissima che guardo con i miei figli di 10 e 8 anni.

Sui reality come sei messo?
Ma sì, li guardo. Certo, ce ne sono un po' troppi per i miei gusti. No, se la domanda successiva è: 'Ci parteciperesti', la risposta è 'no'".

Come non detto.

di Alberto D'Amico


Backstage Intelligence, servizi & segreti

Videontervista Bova a Mediaset night