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Il Parma è fallito: la breve storia di 20 anni di successi

Dalla Serie C alla prima Coppa Italia, dal trionfo in Uefa al crac Parmalat e poi al fallimento: la parabola di una squadra che fu una tra le più belle, forti e vincenti dʼEuropa

parma
Dal Web

Il Parma FC ha dichiarato il fallimento della società e il club dovrà ripartire dai Dilettanti.

E' questa la triste fine di una squadra che, negli ultimi vent'anni, è stata una delle più vincenti del nostro calcio: l'unica a insidiare lo storico dominio di Milan, Juventus e Inter, più vincente di Roma e Lazio messe insieme. Per dieci stagioni di fila, fra il 1991 e il 2001, il Parma ha avuto una squadra fra le più forti d'Europa, unica fra le cosiddette "provinciali" a potersela giocare con le grandi.

Il Parma è fallito: la breve storia di 20 anni di successi

Da Ceresini a Tanzi, da Sacchi a Scala

La storia recente del Parma inizia nel 1976: la squadra venne comprata da Ernesto Ceresini, 36enne imprenditore edile della zona senza alcuna esperienza calcistica. Dopo una decina di anni dignitosi in Serie C, nel 1985 Ceresini assunse come allenatore il 40enne Arrigo Sacchi, che al primo anno ottenne subito la promozione in B. L'anno successivo il Parma arrivò fino agli ottavi di Coppa Italia, battendo per due volte il Milan a San Siro, giocando un calcio ordinato ed efficace. A fine stagione Sacchi venne assunto proprio dal Milan e nei due anni successivi senza di lui, il Parma ottenne due salvezze tranquille. Nel giugno del 1987 Ceresini cedette una parte della società alla Parmalat, che diventò socio di minoranza e principale sponsor della squadra. Due anni dopo, nel 1989, Ceresini assunse come allenatore l'allora 42enne Nevio Scala, che alla prima stagione in panchina portò il Parma in Serie A per la prima volta nella storia. Tre mesi prima del vittorioso spareggio con la Reggiana, però, era morto Ernesto Ceresini: suo figlio Fulvio divenne brevemente presidente del club, per poi cedere in estate, dopo la promozione, la sua quota di maggioranza alla Parmalat.

L'inizio di un sogno: il primo titolo

L'esordio in Serie A fu la prima di una serie di stagioni leggendarie: il Parma, schierato con un 3-5-2 con gli esterni d'attacco molto alti, fece una grande stagione, riuscì a battere squadre molto più blasonate e chiuse al sesto posto (una delle migliori prestazioni di una squadra neopromossa negli anni recenti). In due sessioni di mercato arrivarono in Emilia il portiere della nazionale brasiliana Taffarel, il centrocampista svedese Tomas Brolin e i futuri nazionali azzurri Benarrivo e Di Chiara. Alla seconda stagione in A il Parma chiuse nuovamente sesto, ma soprattutto vinse il primo titolo della propria storia: nel ritorno della doppia finale di Coppa Italia contro la Juve, i ducali ribaltarono l'1-0 subito all'andata grazie alle reti Melli e Osio, gli stessi marcatori che due anni prima avevano deciso lo spareggio per la A contro la Reggiana. Era il 1992, solo sette anni prima il Parma era in Serie C.

"La più grande operazione di mercato"

Dopo la vittoria della Coppa Italia, Scala disse al Corriere della Sera: "Giovedì sera non abbiamo vinto soltanto la Coppa Italia, ma portato anche a termine la più grande operazione di mercato: i nostri giocatori hanno capito che si può vincere anche qui, gli altri lo hanno visto e in futuro non ci guarderanno più come una provinciale simpatica ma dal futuro incerto". Scala fu profetico: nei successivi tre anni furono comprati fra gli altri Tino Asprilla, Nestor Sensini, Fernando Couto, Gianfranco Zola e Dino Baggio. Nella stagione 1992/93, il Parma vinse la Coppa delle Coppe battendo in finale l'Anversa, l'anno successivo arrivò di nuovo in finale, dove fu sconfitto dall'Arsenal, ma si consolò vincendo la Supercoppa Europea battendo per 2-0 a San Siro il Milan campione d'Europa. All'inizio della stagione 1994-1995 il Parma è una delle squadre italiane più forti: se la gioca con la Juventus sia in campionato, sia in Coppa Italia sia in Coppa UEFA. I bianconeri vincono scudetto e Coppa nazionale, ma a trionfare in Coppa UEFA sono i gialloblu. In entrambe le partite segna Dino Baggio, comprato in estate proprio dalla Juventus. Alla quinta stagione in Serie A della propria storia, il Parma ha già vinto quattro trofei.

Con Ancelotti

Nel 1995 arrivarono a Parma Fabio Cannavaro e, dal Barcellona, persino il Pallone d'Oro Hristo Stoičkov, ma la stagione 1995/96 fu la prima senza trofei dalla promozione. Alla fine dell'anno Scala andò ad allenare il Borussia Dortmund, che aveva appena vinto la Champions League e il Parma assunse come allenatore Carlo Ancelotti. Nell'estate del 1996 furono acquistati tre giocatori fondamentali per gli anni a venire come Thuram, Chiesa e Crespo e, a soli 18 anni, divenne titolare un promettente portiere italiano che il Parma aveva comprato a 13 anni perché facesse il centrocampista: Gigi Buffon. Dopo un avvio difficile, i gilloblu fecero una grande rimonta e a tre giornate dalla fine, poco prima dello scontro diretto, arrivarono a -6 dalla Juventus. Lo scontro decisivo di Torino finì 1-1 per un rigore molto dubbio assegnato da Collina per fallo di Cannavro su Vieri, la Juventus vinse matematicamente lo scudetto la giornata successiva, ma il secondo posto di quell'anno è tuttora il miglior risultato ottenuto in Serie A nella storia del Parma.

Malesani e poi il declino Ancelotti se ne andò nel 1998, dopo un'altra buona stagione conclusa col sesto posto. In vista della stagione 1998-1999 venne assunto Alberto Malesani e furono acquistati dalla Sampdoria Juan Sebastián Verón e Boghossian, che aveva appena vinto i Mondiali con la Francia. Fu la stagione più vincente della storia del Parma, che vinse la Coppa Italia (battendo in finale la Fiorentina) e di nuovo la Coppa UEFA battendo 3-0 il Marsiglia in finale (ad oggi è l'ultima squadra italiana ad aver vinto il trofeo). Quello che sconfisse i francesi era probabilmente il Parma più forte di sempre: giocava col 3-4-1-2, in porta c'era Buffon, i tre di difesa erano Thuram-Cannavaro-Sensini, la mediana era composta da Verón, Dino Baggio e Boghossian e i due attaccanti erano Chiesa e Crespo. Dopo qualche stagione e la conquista di un'altra Coppa Italia, nel 2004 il Parma fu coinvolto nel cosiddetto “crac Parmalat”, cioè il fallimento della società che controllava la squadra in seguito alla scoperta di svariati miliardi evasi negli anni dall'azienda. Il Parma rimase in amministrazione controllata fino al 2007, che fu anche l'ultimo anno in cui disputò una coppa europea (la squadra finì fra le prime otto in classifica per tutti i primi anni Duemila tranne nella stagione 2004-2005).
Tommaso Ghirardi comprò il Parma per circa 24 milioni di euro il 25 gennaio 2007: l'inizio della storia di questi giorni e anche l'inizio della fine.