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Tavecchio, una rivoluzione nel nome del Trap

Il vecchio ct chiedeva già la presenza obbligata di giocatori italiani in campo nel 2003. Ora si farà sul serio

di BRUNO LONGHI

- Ci voleva il vecchio Tavecchio per svecchiare il nostro sistema calcio. La prossima settimana il neo-presidente federale darà avvio alle riforme atte a rivoluzionare l’italico mondo del pallone. Rifacendosi a quanto aveva auspicato Trapattoni nel 2003 - quando era stato costretto a ricorrere all’oriundo Camoranesi per trovare un esterno da Nazionale - stabilirà che in campo dal prossimo campionato dovranno esserci almeno 4 giocatori italiani, per arrivare successivamente a 6. Una regola semplice che non intacca la libera circolazione dei calciatori comunitari, tesserabili sempre e comunque in numero illimitato, ma che sarebbe utilissima alla crescita dei giocatori nostrani con prevedibili benefici per la Nazionale.

Tavecchio, una rivoluzione nel nome del Trap

Tra le altre novità Tavecchio ha in mente di istituire una Commissione che giudichi il curriculum dei giocatori extracomunitari in arrivo nel nostro campionato. Un po’ come avviene in Inghilterra dove per ottenere il permesso di lavoro bisogna aver fatto parte negli ultimi 2 anni del 75% delle partite della nazionale del paese d’origine.Il progetto di Tavecchio prevede inoltre e progressivamente la riduzione dei campionati: la Serie A passerà, dalle attuali 20 squadre, prima a 18 e poi a 16. La B da 22 a 20. Ma tutto ciò non potrà avvenire prima del 2016. Snellire il campionato serve anche a renderlo piu’ appetibile, alleggerendolo di tante partite di scarso interesse e di impercettibile valenza tecnica.

Ma la vera rivoluzione riguarda il numero fisso di giocatori in campo eleggibili per la Nazionale. Avviene già in altri paesi, per esempio in Turchia e in Russia, da noi questa regola è già in vigore in altri sport come la pallavolo. E’ l’unica soluzione possibile per la rinascita del nostro calcio che inevitabilmente dovrà attingere come in passato ai vivai. Rafforzandoli e italianizzandoli. Una manovra che tuttavia dovrà prevedere dei correttivi affinché non lievitino a dismisura i prezzi dei giocatori italiani.

L’esempio ce lo fornisce la prossima di campionato in cui si affronteranno a San Siro la stranierissima Inter e l’autarchico Sassuolo. La società nerazzurra per adeguarsi alla nuova regola (attualmente ha in rosa i soli Ranocchia, Andreolli e Osvaldo ) dovrebbe sottostare ai prezzi di mercato di quei club che hanno in organico - come appunto il Sassuolo, sceso in campo domenica senza un solo straniero - un numero abbondante di giocatori italiani.
Insomma un parziale ritorno al lontano passato quando - con le frontiere chiuse a causa del disastro del mondiale cileno del ’62 - si spendevano miliardi (di lire ) per Libera o Calloni,ma anche per Savoldi e Paolo Rossi.Ma ci saremmo poi consolati con l’Europeo del’68 e con la notte di Madrid.

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