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L'Italia pensa al ricambio: ma dietro i senatori c'è il vuoto 

Senza Pirlo, Buffon e De Rossi sarà difficile ricostruire. Balotelli resta un rebus

- Come nel 2010, il prossimo ct dell'Italia sarà costretto a smontare i pezzi della Nazionale e costruirne un'altra. Ma stavolta il percorso è più impervio. I senatori, e reduci dal successo del 2006, hanno giocato il loro ultimo Mondiale: si tratta di Buffon, Pirlo, Barzagli e con buona probabilità Chiellini e De Rossi. Alle loro spalle, e il fallimento brasiliano lo dimostra, c'è poca roba: Verratti, Destro, Immobile, El Shaarawy e il rebus Balotelli.

    Non sarà esattamente un gioco da ragazzi. Il gruppo, come in Sudafrica quattro anni fa, ha mostrato delle crepe. Stavolta a causa di un divario generazionale esagerato, incapace di trovare un equilibrio. L'esplosione di Buffon e De Rossi dopo la gara con l'Uruguay è un segno tangibile delle difficoltà del movimento a rigenerarsi. I giovani di talento entrati a far parte del gruppo di Prandelli non hanno lasciato traccia: al solito impalpabile Balotelli, in rotta col mondo, si sono unite le precarie condizioni fisiche di De Sciglio e Verratti e l'inesperienza di Immobile a certi livelli. A casa è rimasta gente come Destro ed El Shaarawy, potenziale coppia d'attacco in Russia, nel 2018. Ma in giro c'è poca roba. La ricostruzione dovrà essere avviata per gradi, sperimentando. L'arduo compito toccherà al nuovo ct, che parte da basi non fenomenali: probabilmente si rivedranno in azzurro anche Berardi, Zaza, Bonaventura, Ranocchia, Florenzi, ma non ci saranno più i punti di riferimento a cui siamo soliti aggrapparci.
    Pirlo ha di fatto ufficializzato il suo addio alla Nazionale con il discorso ai compagni dopo la debacle con l'Uruguay, Buffon e Barzagli hanno una certa età. Per De Rossi e Chiellini, anch'essi sui 30 e campioni del Mondo con Lippi, il 2018 al momento è lontanuccio. E gente come Thiago Motta e Cassano non ha mai pienamente convinto quando messa alla prova. Marchisio e Candreva, anagraficamente giovani, potrebbero avere la stoffa per guidare questa lenta ma inesorabile transizione di cui l'Italia ha bisogno. Infine Balotelli: dopo un grande Europeo e un pessimo Mondiale, deve dimostrare che la sua storia in azzurro non è finita. Magari con sacrificio e rispetto, due elementi per cui adesso è finito sul banco degli imputati. Certo, con Mancini o Allegri avrebbe qualche chance in più. Ma anche per Supermario si annunciano tempi duri.

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