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Guariniello: "Casi SLA in aumento"

"Più esposto chi ha giocato dopo lʼ80"

Il sostituto procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, torna a tuonare contro il doping.

Stavolta il magistrato esce allo scoperto e rende noto un responso statistico che mette i brividi. "L'esito dello studio dei casi - afferma Guariniello - è sconfortante: il rischio di ammalarsi aumenta per chi ha giocato dopo gli anni '80". Poi l'accusa: "L'ipotesi è omicidio colposo, ma si dovranno individuare anche i mandanti".

Sclerosi laterale amiotrofica. Tre parole che suonano come una condanna e un cruccio per il mondo del pallone, martoriato da un numero di malati largamente sproporzionato alla casistica generale. Raffaele Guariniello, dopo i processi contro la Juventus e il medico Agricola, ha eletto proprio questa anomalia a nuovo terreno di lotta al doping, considerando la situazione dipendente dalle sostanze illecite somministrate agli atleti. Una battaglia che procede, senza sosta, e vive nella giornata di sabato un capitolo che lascia sgomenti. A poco più di una settimana dalla morte di Lombardi, capitano dell'Avellino in serie A stroncato dal morbo di Lou Gehrig, i dati snocciolati dal magistrato torinese minacciano sciagure in serie per gli anni a venire. "Quello che ci ha allarmato e stupito è che, ampliando via via l'indagine, è venuto fuori un fenomeno sorprendente: i calciatori di epoche recenti sono più soggetti alla patologia". Il periodo preso in considerazione è quello degli anni Novanta e oltre.

Una realtà che mette i brividi, specie se si considera quanto affermato successivamente dallo stesso Guariniello ai microfoni di 'Dribbling'. "Sono venute da noi delle vedove a dirci che i loro mariti si erano ammalati o erano morti di SLA - sostiene il sostituto procuratore del capoluogo piemontese - e abbiamo fatto un'indagine di carattere epidemiologico. Adesso, però, ne stiamo portando avanti una per definire la causa specifica della malattia. Questo vuol dire fare qualcosa per due scopi: accertare le eventuali responsabilità e fare prevenzione contro quello che è un rischio professionale. Dallo studio dei casi che abbiamo preso in esame, c'è una latenza media, tra la cessazione dell'attività e l'emergere del male, di dieci anni". Il lavoro di Guariniello non prevede la figura, tante volte ipotizzata, di 'omicidi senza mandanti'. "Credo sarebbe giusto contestare l'omicidio colposo e, una volta accertata la causa, individuare gli autori del reato".