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Paparesta:"La scheda la usava papà"

E il padre Romeo si dimette dallʼAia

Gianluca Paparesta ha raccontato ai magistrati napoletani, portando anche delle prove a supporto, che non era lui ad utilizzare la scheda telefonica svizzera che, secondo l'accusa, sarebbe stata distribuita da Moggi a molti arbitri.

"La scheda era di mio papà" ovvero l'ex fischietto Romeo che poche settimane fa aveva presentato una lettera di dimissioni dall'Associazione italiana arbitri dopo 40 anni di carriera.

L'interrogatorio dell'arbitro barese è stato segretato dai magistrati napoletani che stanno indagando sullo scandalo calciopoli, a quanto pare perché il fischietto avrebbe spiegato, non lesinando i particolari, come funzionava il 'sistema Moggi'. Ma, stando alle indiscrezioni trapelate in queste ore, Paparesta si sarebbe difeso dall'accusa di essere in possesso di una scheda telefonica svizzera, dono di Moggi per poter essere contattati senza il rischio intercettazioni, affermando che la scheda era del padre. Non proprio uno qualsiasi, visto che si tratta dell'ex fischietto Romeo Paparesta, che recentemente si è dimesso dall'Aia dopo 40 anni di carriera. Il figlio avrebbe anche portato delle prove a testimonianza di quanto detto, ma resta tutto da valutare se i magistrati avranno creduto a queste parole o considerarle solo un tentativo da parte del 38enne direttore di gara di evitare la squalifica che potrebbe mettere fine alla sua carriera.

L'unica nota positiva è che se veramente Paparesta avesse confermato l'esistenza delle schede telefoniche svizzere, confermerebbe l'impianto accusatorio della Procura, affossando definitivamente Moggi e gli altri ex arbitri che hanno negato di essere coinvolti nell'inchiesta di calciopoli.