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Trefoloni: fischiavo a comando

Arbitro lo ha confidato ai carabinieri

Uno dei misteri ancora irrisolti di Calciopoli è quello dell'arbitro Matteo Trefoloni, alla Can dal 2000 e internazionale.

Nel corso della deposizione rilasciata ai carabinieri di Roma, si legge sul Corriere della Sera, emerge la figura di un direttore di gara che si muoveva a comando. Trefoloni parlò anche della sudditanza psicologica svolta da Bergamo e dalla Fazi. Ma la Procura Federale non lo ha mai ascoltato.

Calciopoli ha certamente messo a nudo determinate situazioni in seno alla classe arbitrale e sul rapporto tra alcuni dirigenti e i designatori. Alcuni personaggi si sono 'salvati', dribblando la giustizia sportiva e proseguendo il loro lavoro come se nulla fosse accaduto. Uno di loro è Matteo Trefoloni, 35enne di Siena, uno dei fischietti più apprezzati anche in campo europeo. In questo campionato ha già diretto quattro partite, tra cui il Milan, la Roma e la Lazio, eppure l'arbitro toscano ha rilasciato dichiarazioni di fuoco sul suo operato ai carabinieri di Roma, per conto della Procura di Napoli in riferimento ad alcune telefonate. Dalle risposte fornite, Trefoloni non si limita a descrivere la situazione all'interno del mondo arbitrale, con particolare riferimento alla stagione 2004/2005, ma lancia pesanti accuse nei confronti dell'ex designatore Paolo Bergamo e della segretaria Maria Grazia Fazi che all'interno della Can "ricopriva un ruolo decisamente importante".

La Fazi, secondo Trefoloni, "diventava il consigliere di Bergamo anche in tema di scelte tecniche e mi riferisco all'inserimento nelle griglie e nelle fasce di noi arbitri". I due, inoltre "svolgevano un'attività volta a determinare in noi una sudditanza psicologica che si traduceva a seconda delle partite che si andava ad arbitrare in una gestione delle stesse in linea con il volere dei citati". Altra questione clamorosa riguarda un certificato medico falso che la Fazi disse di preparare a Trefoloni per non essere inserito nelle griglie in cui c'era Juventus-Roma: l'arbitro, infatti, non voleva essere tra i candidati per le particolari difficoltà ambientali visti i precedenti. Stranamente il direttore di gara non mai stato ascoltato dalla giustizia sportiva e intanto viene regolarmente utilizzato sia in Italia che all'estero. Il perchè resta un mistero.