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"De Santis era già condannato"

Lʼavvocato a TgCom:"Processo sbagliato"

Se le società sono in attesa dell'arbitrato, Massimo De Santis è pronto ad andare al Tar: "Siamo quasi pronti - ha detto l'avvocato Silvia Morescanti a TgCom - al massimo entro dieci giorni depositeremo il ricorso.

Vogliamo uscire puliti da questa storia". Il processo: "E' stato sbagliato e inadeguato. Nessuno ha potuto fornire prove. Sarebbero bastati i filmati televisivi di Lecce-Parma, ma era già condannato".

Ha trentadue anni, occhi celesti e dei processi di calciopoli è diventata un simbolo: lei è Silvia Morescanti, avvocato e compagna di Massimo De Santis, l'unico arbitro che per ora ha pagato con una lunga squalifica e l'esclusione dall'ultimo Mondiale, che era diventato il vertice di una carriera sempre in prima pagina nel bene e nel male.
In coppia giorno dopo giorno, ora dopo ora, stanno costruendo anche l'ultima difesa,quella più importante, davanti ai giudici del Tar del Lazio, l'unico autorizzato ad affrontare la giustizia sportiva."Siamo quasi pronti,al massimo entro dieci giorni depositeremo il ricorso,vogliamo andare fino in fondo per uscire puliti da questa storia. Massimo è stato condannato ancora prima che iniziassero i processi".

Silvia è giovane ma ha lo spirito di una guerriera: in aula si è fatta sentire "Mi sentivo osservata e inseguita, ma ci ho fatto caso solo il primo giorno. Non ero solo una delle due donne che lavoravano come avvocato difensore ma anche la più giovane. Sono stati tutti molto gentili dopo mezzora sono entrata nel clima e ho raccolto anche i complimenti per le mie arringhe. Ho trovato disponibilità e cortesia anche da parte della corte. Il processo era delicato, sbagliato ma delicato".
La Morescanti è una donna innamorata e per De Santis è pronta a tutto, anche a continuare un percorso che si è messa in testa: aprire uno studio specializzato in diritto sportivo proprio con la collaborazione del suo compagno. "Il diritto sportivo mi piace molto, ma è una materia da cambiare completamente. Di fronte a un processo così importante, era tutto completamente inadeguato. Massimo mi può aiutare, da una vita vive in quel mondo. La giustizia sportiva non può affrontare certi giudizi senza darsi nuove regole: pensate, nessuno degli accusati ha potuto fornire delle prove, compresi noi. Sarebbero bastati i filmati televisivi di Lecce-Parma per smontare le teorie del Procuratore Federale ma non è stato concesso. E allora noi andiamo al Tar. La difesa del mio compagno era semplice, ma siamo stati frenati. D'altronde lo avevano già condannato".

Silvia e Massimo sono una coppia molto unita. "Ci siamo conosciuti al circolo che frequentavamo, tre-quattro anni fa, quando lui ha ricevuto il primo avviso di garanzia a Coverciano è venuto da me e così da amica sono diventata il suo avvocato difensore. Il resto è venuto in modo naturale, ci siamo innamorati, è scattato qualcosa tra noi e non ci siamo più lasciati". Non è semplice difendere il proprio compagno dal punto di vista emotivo. "Ogni causa per me diventa una battaglia da vincere, ci metto tutta la passione che ho dentro ma è chiaro che quando sono arrivate le sentenze ho capito che questa era una situazione diversa, perchè ti ricordi che si tratta del destino dell'uomo che amo. E' quello l'unico momento emotivo in cui capisci che di fronte ho il cliente e anche il compagno. Ma poi passa tutto".
Dal calcio si erano allontanati per qualche mese. "Massimo ha perso i Mondiali, in tv abbiamo visto solo la finale e un'altra partita dell'Italia, d'altonde lui se li meritava e invece lo hanno fatto fuori senza prove. E' stato un dolore fortissimo. Io sono una tifosa della Lazio, vorrei un giorno portarlo in curva Nord a vedere una partita". Il loro sta diventando un amore da condividere non solo nelle aule di tribunale ma anche in uno stadio, che in fondo è sempre stato il mondo di De Santis.

Mikaela Calcagno