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De Santis:"Condannato per una gara"

"Arbitri devono costituirsi in società"

In attesa di sapere se la condanna a 4 anni e 6 mesi sarà confermata in appello, Massimo De Santis si confessa a Sportitalia. "Niente potrà mai risarcirmi per quello che è stato detto - ha dichiarato - si è trattato di un processo mediatico in cui tutti eravamo colpevoli ancor prima di cominciare.

Sono stato condannato per una sola partita, Lecce-Parma". Poi una proposta: "Gli arbitri devono diventare una società di servizi".

La sua carriera da arbitro è ormai compromessa, anche perché difficilmente la condanna della Corte Federale si discosterà di molto dalla sentenza di primo grado (4 anni e 6 mesi di inibizione). Ma Massimo De Santis, uno dei grandi protagonisti di Calciopoli, vuole andare fino in fondo per dimostrare la sua innocenza e annuncia una lunga battaglia legale. "Mi attendo che ci sia almeno una persona che abbia il buon senso di vedere il filmato di Lecce-Parma, l'unica partita per cui sono stato condannato - ha spiegato De Santis - non sto facendo questa battaglia per continuare ad arbitrare, ma per dimostrare a me stesso e a chi mi vuole bene di essere estraneo a tutta la vicenda. Se necessario mi difenderò in tutte le sedi istituzionali". Non manca la stilettata all'infondatezza del castello probatorio: "L'accusa è di aver ricevuto dal designatore Bergamo delle precise impostazioni per far terminare 3-3 la partita incriminata - ha affermato l'arbitro - io mi sono limitato ad applicare il regolamento, ma il fatto che si parli di un solo match fa comunque cadere l'ipotesi di un illecito strutturale e dei miei rapporti privilegiati con la Juve".

Il direttore di gara romano nell'intervista a Sportitalia difende la categoria arbitrale e lancia una proposta per la rifondazione della stessa. "Mi sento di dire che siamo tutti puliti, anzi negli ultimi anni abbiamo lavorato in condizioni difficili - ha spiegato - se prima dovevamo confrontarci solo con giocatori e pubblico, ora ci sono 50 telecamere che fanno vedere le azioni da mille prospettive e accusano sempre l'arbitro. Gli arbitri di calcio devono diventare una società di servizi non soltanto in serie A, ma in tutte le categorie, dovremmo usufruire anche noi dei diritti televisivi ed autogestirci a tutti i livelli".

L'ultima battuta è ancora su Calciopoli. "Le indagini vanno fatte su tutti i personaggi che hanno parte del mondo del calcio - ha concluso De Santis - non ci si può limitare alle intercettazioni di 7 persone".