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Di Canio, nuovo saluto romano

Sostituito saluta col braccio alzato

Paolo Di Canio si ripete.

Ancora un saluto romano verso la sua curva. E' successo al momento della sostituzione nella gara Lazio-Juventus. Richiamato in panchina dal tecnico Rossi, Di Canio ha prima salutato il compagno Pandev e in seguito, prima con entrambe le braccia e poi con un braccio teso ha salutato la curva biancoceleste, per quello che è diventato il gesto oggetto di polemiche dell'ultima settimana.

Non sono bastate le polemiche dell'ultima settimana, non sono servite le minaccie di radiazione arrivate da Blatter, Paolo Di Canio si ripete ancora. Saluto romano verso la propria curva, in barba a quanti, anche tifosi laziali, avessero stigmatizzato il gesto. E' accaduto al 50' della gara Lazio-Juventus, quando, richiamato dal tecnico Rossi in panchina, il giocatore ha, dapprima salutato il suo compagno Pandev, in seguito, dirigendosi verso la panchina, ha risposto alla curva che lo acclamava prima sollevando entrambe le braccia e poi lasciando un solo braccio teso come segno di ringraziamento verso la tifoseria. A completare la scena sono apparsi dopo circa 10 minuti due striscioni dalla nord, polemici contro Ottaviano Del Turco e Sandro Curzi, entrambi tifosi laziali, che si erano espressi contro Di Canio, e l'altro contro i tifosi del livorno su cui era scritto: "10.000 braccia tese ti aspettano inf...livornese".

C'è inoltre da dire che all'ingresso delle squadre in campo per la fase di riscaldamento, la nord aveva tributato una vera e propria ovazione per Paolo Di Canio e Ousmane Dabo che in settimana erano stati tirati in ballo, il primo, per il gesto tanto discusso verso la propria tifoseria, il secondo per il presunto sfogo contro il compagno di squadra riportato da "France soir" ma subito smentito dallo stesso Dabo. Di Canio era stato accolto con il coro: "Rose rosse per te..", mentre Dabo era stato osannato con uno striscione riportante la seguente scritta: "Dabo ti rendiamo onore, uomo vero senza colore". Dunque, di sicuro il gesto replicato da Di Canio non passerà certo inosservato per un'altra settimana che potrebbe aprirsi, ancora una volta, all'insegna delle polemiche.

Al termine della gara lo stesso Di Canio è intervenuto nuovamente sull'argomento volendo mettere a tacere le voci secondo cui il suo sarebbe un gesto soprattutto "politico": "Io manifesto l'appartenenza ad un gruppo, quello dei miei tifosi - ha dichiarato - il gesto l'ho fatto altre volte ma domenica scorsa è stato strumentalizzato perchè fatto in una piazza rossa". Poi va giù duro: "Io sono schifato per l'opinione pubblica che dà risalto solo a queste cose che sono interpretate da qualcuno per farsi propaganda politica solo perchè siamo a sei mesi dalle elezioni". Ed ha ancora aggiunto: "Così hanno salutato Rossi e Dabo verso la curva, allora anche loro dovrebbero essere indagati? Io ho la mia identità certo, ma quando scendo in campo gioco solo al calcio anche quando come a Livorno ho subito di tutto, sassaiole, lancio di razzi, ma in campo non ho mai risposto". Infine ha concluso: "E' una vergogna che si parli di ciò".