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Plusvalenze, mondo del calcio trema

Decine di club sono sotto inchiesta

Ad un anno circa di distanza dall'apertura dell'inchiesta sul doping amministrativo da parte della Procura di Roma, il mondo del calcio torna a tremare.

Gli inquirenti hanno orientato la loro attenzione sulle plusvalenze, una pratica che avrebbe portato ad attivi virtuali e alle compravendite di giocatori gonfiate nei bilanci. L'inchiesta è destinata ad allargarsi e nel mirino degli acquirenti sono finiti anche Juventus, Milan e Inter.

Gli atti sono stati trasmessi ad altre Procure e l'indagine si estenderà a macchia d'olio. L'ennesimo terremoto si sta per abbattere sul mondo del calcio. L'iscrizione nel registro degli indagati di Franco Sensi e Sergio Cragnotti (ex patron della Lazio), con l'accusa di falso in bilancio, è solo il primo atto di una telenovela che si annuncia infinita. Nel mirino degli inquirenti ci sono le plusvalenze, pratica usata dalla maggior parte dei club negli anni scorsi per "truccare" i bilanci. Dal '99 al 2002 la plusvalenza ha invaso il mercato del calcio, anche per la facilità nel metterla in atto: una società dà un valore a un giocatore, solitamente molto alto, e lo trasferisce ad un altro club, che a sua volta non sborsa alcun soldo, ma gira all'altra società un giocatore cui dà una valutazione simile. A questo punto il ricavo del giocatore venduto viene subito contabilizzato, mentre il costo di quello acquistato viene pagato a rate, che corrispondono alla durata contrattuale. Negli ultimi due anni questa pratica è stata quasi del tutto abbandonata (si è passati dai 709 mln di euro del 2002 ai 162 del 2004).

Nel mirino degli inquirenti sono finite anche Juventus, Milan e Inter, insieme a Parma, Perugia e Messina. Ma lista delle squadre di A e B coinvolte è molto più lunga. Nel registro degli indagati rischiano di essere iscritti dirigenti sportivi e presidenti di altre club di A. Sensi e Cragnotti, insomma, sono solo la punta di un iceberg che è ancora quasi interamente sommerso.