Lippi: "La bestemmia è cultura"
"Eʼ solo un modo di parlare toscano"
Marcello Lippi e le bestemmie.
Il ct azzurro è stato bacchettato, accusato di blasfemia, per aver detto di aver detto "un paio di bestemmie" dopo il gol subito per mano delle Slovenia, ma respinge le critiche. "Capisco che l'Italia è un Paese cattolico - dice - e non ha la filosofia toscana, ma se io dico che ho tirato un paio di bestemmie in maniera scherzosa, subito spunta un cardinale... Si tratta solo di un modo di parlare nostro".
Oltre che da quelle dei giornalisti, adesso il commissario tecnico della Nazionale italiana deve guardarsi anche dalle critiche di preti e cardinali. Non sono piaciute sue alcune dichiarazioni su "un paio di bestemmie tirate", e qualcuno, per l'esattezza il Cardinal Angelini, commentatore sportivo a Radio Vaticana, ha sostenuto che in azzurro ormai vanno solo i raccomandati. Il tecnico si difende da entrambe le accuse, a partire dal capitolo blasfemia... "Io faccio il mio lavoro con grande entusiasmo perché è quello che amo fare - dice - E lo faccio al di fuori delle negatività che vengono dall'esterno. Perché poi i cardinali se la prendono perché io ho detto di aver sparato due o tre bestemmie dopo il gol, senza conoscere la cultura tradizionale della Toscana. Si tratta solo di un modo di parlare nostro: è come dire bianco, verde, giallo o rosso".
Dalla blasfemia alle raccomandazioni... "Il cardinale - risponde Lippi - evidentemente sa perfettamente come vanno le cose da queste parti. Si vede che il cardinale ha la conoscenza perfetta dell'ambiente lui sa, evidentemente, che convochiamo i giocatori dopo colloqui con procuratori e dirigenti vari. Però al momento i raccomandati sono finiti. Quindi quelli che garantiscono il maggior tornaconto al momento sono esauriti".