"Peccato, ma non crocifiggetemi"
E' amareggiato Giorgio Rocca. Il suo sogno olimpico è svanito dopo 38": "Peccato perché era una grande occasione che tornerà fra quattro anni - commenta - Era importante, però, riuscire a dare il massimo e per quel poco che sono rimasto in gara è andata come volevo". Poi, una frecciata: "Certi giornalisti creano grandi attese e causano perfino depressione. Chiunque può perdere, nessuno mi deve crocifiggere per questo".
La delusione è grande, lui cerca di mascherarla con il sorriso. Giorgio Rocca era il più atteso ai Giochi di Torino: le sue continue vittorie in Coppa del Mondo avevano riacceso un entusiasmo sopito dall'era Tomba. Proprio per questo, la sconfitta brucia ancora di più: "Mi dispiace un casino, soprattutto per il pubblico. E' successo tutto in un decimo di secondo: ho fatto troppa pressione su un tratto di neve più morbida, sono affondato e mi sono ritrovato con la faccia nella neve". Lo racconta, così, Giorgio, quell'attimo che ha messo una fine che più brusca non si può ai suoi sogni a cinque cerchi. "Il primo pensiero - si sforza di ridere - è stato il dolore al sedere, perché cadendo ho battuto un gluteo. Peccato, certo che ho perso un'occasione, stavo sciando bene, il pettorale numero 1 era l'ideale. Senza quell'errore di valutazione ci saremmo divertiti, come dimostra il primo intertempo. Purtroppo nello sci chi cade ha finito la gara, non può più recuperare come accade in altri sport".
E' il momento del rammarico, ma senza recriminazioni: "Mi sono allenato bene per tutta la settimana prima della gara. Con lo staff tecnico abbiamo lavorato bene, la forma c'era, la gamba era tornata a rispondere bene. Sono partito con il piede giusto, la mentalità era quella vincente, il primo intertempo era ottimo (20"09, ndr...)". Ed è arrivato il patatrac. "Ho sbagliato, sapevo che a un certo punto la neve cambiava, ho sbagliato. Non ho avuto neppure il tempo di reagire. Peccato". Poi, scatta l'autodifesa: "Non ho vinta medaglie, ma non credo che nessuno mi debba crocifiggere per questo, certo questa giornata avrebbe potuto avere un'altra faccia. Certi giornalisti, piu' degli atleti, creano grandi attese e - aggiunge - causano persino depressione. Questo e' il motivo per il quale durante il mio ritiro non ho desiderato rilasciare interviste". Qualche tifoso lo applaude nelle tribune già semideserte, Rocca è impaziente di lasciare Sestriere: "Non parteciperò nemmeno la cerimonia di chiusura, martedì dobbiamo già partire per la Corea, per la Coppa del Mondo". Per dare uno schiaffo all'amarezza e far dimenticare il prima possibile la delusione più grande.