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Torino: Fabris, oro per la storia

Pattinaggio, è la sua terza medaglia

21 Feb 2006 - 17:39

Il pattinatore azzurro Enrico Fabris è diventato il terzo italiano di sempre a conquistare due medaglie d'oro nella stessa edizione dei Giochi invernali. L'atleta di Asiago, già oro nell'inseguimento a squadre e bronzo nei 5000, ha vinto anche i 1500 metri, chiudendo la sua prova con il tempo di 1'45"97. Al secondo posto, a soli 16 centesimi di ritardo da Fabris, si è classificato l'americano Davis, vincitore dei 1000.

Secondo le previsioni della vigilia dovevano essere Carolina Kostner o Giorgio Rocca i personaggi simbolo dei Giochi di Torino per la squadra azzurra. Ma ora, a meno di incredibili exploit dei due già citati, nessuno potrà togliere a questo poliziotto vicentino, sconosciuto ai più fino a due settimane fa, la palma di eroe italiano a Torino 2006. Solo due italiani in passato avevano vinto due medaglie nella stessa edizione dei Giochi, e in entrambi i casi si tratta di nomi passati alla storia: Alberto Tomba ed Eugenio Monti. Ma Fabris ha fatto ancora meglio, visto che sul podio è salito per ben tre volte.

Ha iniziato il primo giorno dei Giochi, con il bronzo conquistato nei 5000. Non era la sua gara, si era detto, e così è stato. La sua, infatti, è stata un'Olimpiade tutta in crescendo, visto che qualche giorno dopo, insieme a Sanfratello e Anesi, ha conquistato la medaglia più bella e forse inattesa di Torino 2006, quella nell'inseguimento. Ma per il suo capolavoro ha atteso la gara che predilige, i 1500 metri. Ha iniziato piano, accoppiato all'olandese Kuipers, e solo all'ultimo giro si è scatenato balzando abbondantemente in testa. Mancavano però ancora tre coppie, compresa quella con dentro l'americano Shani Davis, già oro nei 1000 metri. Uno dopo l'altro, però, gli altri concorrenti non sono riusciti a replicare la straordinaria ultima tornata del nostro, con Davis che ha tagliato il traguardo con soli 16 centesimi di ritardo dall'azzurro. E ancora una volta per Fabris è stato il momento del tripudio.

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