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Gea: indagato Alessandro Moggi

Per "illecita concorrenza con minaccia"

15 Feb 2006 - 11:53

Alessandro Moggi è stato iscritto sul registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta, condotta dai pm romani Luca Palamara e Maria Cristina Palaia, sulla Gea World, società di procuratori sportivi di cui è presidente. I magistrati ipotizzano il reato di "illecita concorrenza con minaccia o violenza", in relazione al sospetto di posizione dominante della Gea, di cui Chiara Geronzi sta vendendo le quote.

L'iscrizione di Alessandro Moggi risale allo scorso anno ed è stata fatta all'interno del fascicolo scaturito dall'indagine sul doping amministrativo e sui bilanci delle società di calcio, che vede indagati nella capitale anche il presidente della Roma Franco Sensi e l'ex patron della Lazio Sergio Cragnotti. Si tratta di un atto dovuto visto il ruolo ricoperto dal figlio del dg juventino in seno alla società.

L'inchiesta raccoglie una serie di denunce presentate nel tempo che puntano il dito contro il cartello monopolistico della Gea World nel mondo del calcio. Al centro degli accertamenti dei pm Palamara e Palaia, tra l'altro, i pagamenti in nero per la compravendita di giocatori. Secondo quanto si apprende, i figli di Luciano Gaucci, ex patron del Perugia, Alessandro e Riccardo, nel corso dell'interrogatorio della scorsa settimana, avrebbero confermato le accuse e le dichiarazioni fatte ad organi di stampa da Luciano Gaucci in merito ad una presunta regia di Capitalia e della società Gea, sul crac del Perugia. Ciò avrebbe dunque dato un nuovo impulso all'indagine anche se, si sottolinea in ambienti giudiziari, sarà necessario verbalizzare le "esternazioni" di Gaucci senior e per questo la procura di Roma, in collaborazione con quella di Perugia che indaga sul crac del Perugia calcio intende sentire l'ex patron del grifone.

Gaucci aveva detto, dal suo "rifugio" di Bavaro Beach a Santo Domingo, che "il calcio italiano è tutto taroccato, tutto in mano alla Gea: torno tra un paio di mesi e farò la guerra a chi la merita". L'ex patron del Perugia ha aggiunto che l'inchiesta da cui è scaturito l'arresto dei suoi due figli "è una vendetta di Geronzi e quindi anche lui deve pagare. Si sono coalizzati Carraro e Geronzi per affondarmi"'. Dichiarazioni. I riferimenti a Geronzi e alla Gea sono stati smentiti nei giorni scorsi dal gruppo Capitalia. In proposito le dichiarazioni sono state definite "diffamatorie e prive di ogni fondamento". Il gruppo bancario inoltre ha annunciato di voler adire le vie legali nei confronti dell'ex patron del Perugia.

La procura di Roma ha in programma una serie di accertamenti per verificare quanto raccontato da Gaucci, soprattutto, sulla cessione di Fabio Liverani dal Perugia alla Lazio. "Un affare da 25 miliardi di lire - ha sostenuto Gaucci - per cui sono stato costretto a pagare il 15% alla Gea di Alessandro Moggi e Chiara Geronzi. Sono andato personalmente, accompagnato dal mio autista, quattro, cinque volte nell'ufficio Gea al centro di Roma. Ogni volta portavo con me una valigetta stipata di contanti. Alla fine, ho versato 3 miliardi e 750 milioni di lire in nero. Sono stato costretto, mi hanno puntato una pistola alla tempia: se non davo quei soldi alla Gea l'affare non si faceva. Sono stati loro a far crescere la valutazione di Liverani da 20 a 25 miliardi di lire e poi hanno indicato loro la percentuale della mediazione: intrattabile. Cragnotti neppure lo voleva Liverani".

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