La macchina nella verità come "test antidoping". E' stato così per la velocista statunitense Marion Jones, che ha voluto sottoporsi alla prova per scagionarsi dalle accuse rivoltegli dall'agenzia americana antidoping. Alla Jones è stato chiesto se avesse mai fatto ricorso al doping: la sua risposta è stata negativa, e gli elettrodi collegati a lei non hanno rivelato niente di anomalo, "scagionandola" così dal coinvolgimento in una storia di doping.
"Avete mai personalmente fatto ricorso al doping?" e "Ora state mentendo riguardo all'uso personale di droghe per migliorare le vostre prestazioni?". Marion Jones, imbrigliata nella cosiddetta macchina della verità, una serie di elettrodi collegati a un sensibilissimo poligrafo, ha risposto per due volte "No" e per due volte la macchina non ha rivelato bugie. Il test della menzogna è stato voluto dalla triplice campionessa olimpica di Sydney passata negli ultimi giorni al contrattacco dell'Agenzia americana antidoping (Usada) che ha aperto un dossier su di lei legandolo a quello del laboratorio farmaceutico Balco dove e' stato creato il Thg, uno steroide anabolizzante sintetico che non lascia traccia nell'organismo e che quindi non è rilevabile ai controlli. Marion Jones, 28 anni, chiede tempi brevi e trasparenza nell'inchiesta che si protrae da tempo e che minaccia la sua preparazione e partecipazione ai Giochi di Atene 2004: "Sono esasperata, questa storia mi distrae da quel che devo fare per correre e saltare ad Atene: io sono pulita, ho passato oltre 160 controlli antidoping nella mia carriera e mai sono risultata positiva... come se non bastasse sulla vicenda Balco ho sempre detto la verita', non c'entro nulla, l'ho ribadito sotto giuramento ai giudici della California e voglio che l'Usada ne prenda atto e sia conseguente: su questo sono tranquilla".
Nei giorni scorsi, al fine di accelerare la sua uscita dalla vicenda Balco e la sua liberazione dal sospetto di doping, Marion Jones aveva chiesto a gran voce la pubblicazione delle proprie testimonianze ribadendo l'estraneità a qualsivoglia manipolazione muscolare e la purezza di tutti i suoi risultati agonistici. Domani intanto tornerà in pista a Eugene, Oregon, per la 14/a edizione del Prefontaine Classic dove troverà, sui 100 metri, le rivali Gail Devers e Chryste Gaines, due ex olimpioniche. Come Jones Gaines e' nel mirino dell'Usada per supposti fatti di doping. E come loro correrà a Eugene Tim Montgomery, compagno di Marion Jones, primatista mondiale dei 100 m (9"78 nel 2002) anche lui implicato nell'affare Balco, che se la vedrà sulla distanza col rivale di sempre, "la pallottola di Kansas City" Maurice Greene (9"79 nel 1999). Saranno prove di condizione, soprattutto. Ma anche di nervi in attesa che l'Usada si pronunci, in una direzione o nell'altra. E lo farà presto, quella di Eugene e' l'ultimo test 'libero' prima dei trials, le selezioni olimpiche Usa in programma dal 9 luglio a Sacramento, California.