Atletica Usa nella bufera
Tim Montgomery rischia di non poter partecipare alle Olimpiadi di Atene 2004. Il primatista mondiale dei 100 m, insieme ai connazionali Michelle Collins, Alvin Harrison e Christie Gaines, è sospettato di aver fatto uso di doping. L'agenzia americana antidoping ha inviato loro una lettera, che formalizza i sospetti che circolavano da tempo, legati all'inchiesta su un laboratorio, Balco, i cui titolari sono già stati incriminati per giro di steroidi.
Anche Marion Jones, compagna del velocista statunitense, è nel mirino degli investigatori, ma alla sprinter non è stata formalizzata alcuna accusa. I quattro atleti non sono mai risultati positivi al controllo anti-doping, ma ci sono una serie di elementi indiziari che vanno da e-mail sospette, verbali di interrogatorio, assegni e perfino dei calendari con annotazioni che gli investigatori ritengono si riferiscano alla somministrazione di sostanze proibite agli atleti. La "coppia più veloce del mondo", che ha appena avuto un figlio, è sospettata di aver fatto uso del Thg, l'ormone sintetico prodotto dalla Balco, il laboratorio di San Francisco finito sotto l'incudine dell'agenzia americana antidoping.
Nomi di spicco quelli accanto a Montgomery usciti dall'indagine: Michelle Collins, campionessa mondiale 2003 indoor nei 200 metri; Alvin Harrison, medaglia d'argento nei 400 alle Olimpiadi del 2000; Chryste Gaines, medaglia d'oro olimpica nel 1996 nella staffetta 4x100. Il legale di Montgomery palesa grande tranquillità. "Le prove che hanno - ha detto Cristina Arguedas - sono inconcludenti e inconsistenti". Secondo l'accusa il record mondiale di Montgomery sui 100 metri sarebbe stata un'operazione creata a tavolino dal suo staff di tecnici e dagli esperti della Balco. Tra un mese ci saranno i Trials per le qualificazioni olimpiche, ma per ora l'atletica fa scalpore solo per questioni legali...