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Tom Odell "dipinge" la vita reale: "Datevi tempo per apprezzare musica"

Si intitola "Jubilee Road" il terzo album del cantautore britannico. Tgcom24 ha parlato con lui

Tom Odell
ufficio-stampa

E' considerato uno dei cantautori più brillanti e talentuosi dell'ultima generazione.

Dopo essersi rivelato con "Long Way Down" e confermato con "Wrong Crowd", Tom Odell è tornato con l'album "Jubilee Road". Una serie di storie di vita vera raccontante con grande senso della melodia. "Il mio è un lavoro che richiede tempo per essere assimilato - spiega a Tgcom24 -. Non sono tipo da hit da classifica. Credo che la musica debba andare più nel profondo".

Per Odell, che il 17 novembre sarà al Live Music Club di Trezzo d'Adda (Mi) per la sua unica data italiana, questa è l'uscita più coraggiosa finora e anche la più personale. Il cantautore dipinge una serie di "quadri" in cui i drammi della vita reale si svolgono in un'ambientazione piena di colore. "Le canzoni sono nate in un contesto domestico - spiega -. Ho vissuto in questa strada di Londra e ho scritto tutto l'album nel salotto di casa. E' stato un lavoro per me importante perché avevo ben chiara la direzione in cui andare: ho basato le canzoni principalmente sul piano e volevo una produzione ridotta all'osso, con arrangiamenti che potessero sembrare persino grezzi".

Jubilee Road quindi esiste veramente...
Esiste come strada, anche se non si chiama così. L'ho chiamata la strada del Giubileo perché io e la mia fidanzata, che abitavamo lì in quel periodo, eravamo abituati a incontrarci sotto un arco chiamato "la porta del Giubileo". Tutti i personaggi che animano le canzoni del disco sono ispirati a persone che vivevano in quel quartiere. Certo, poi la mia fantasia e immaginazione ha aggiunto qualcosa...

Il fatto di curare anche parte della produzione ti ha fatto sentire di avere una maggior controllo sulla tua musica?
La cosa importante è che questa è la prima volta che realizzo un mio album in questo modo: eravamo solo io e la mia band, non c'era coinvolto nessun altro, nemmeno qualcuno dell'etichetta discografica. Hanno dovuto fidarsi di me. Per la prima volta sapevo esattamente quello che stavo facendo. Prima non avrei potuto muovermi in questo modo, adesso era il momento giusto.

Come compositore preferisci osservare e raccontare le storie di altri o concentrarti sull'introspezione?
Io tento di raccontare una storia attraverso quello che immagino la gente possa provare, o io stesso possa provare. Non saprei fare una distinzione. Di fondo credo che sia come scrittore che come essere umano quello che mi interessa è essere il più empatico possibile, voglio capire come possa sentirsi qualcun altro in certe situazioni. Alla fine credo che le mie emozioni personali nel mio lavoro stiano diventando sempre meno rilevanti. Ci sono sempre, dopotutto si tratta della mia immaginazione, ma preferisco provare a calarmi nella vita di altri. 

Come cantautore immagino che la forma album sia importante per te, eppure hai pubblicato prima dell'uscita ben cinque pezzi. E' stato un tentativo di adeguarsi alle nuove forme di fruizione della musica?
Io non sono certo un artista di quelli che puntano a realizzare il singolo hit che sbaraglia le classifiche. Per me l'album è ancora la forma principe, anche se oggi c'è molta meno enfasi su questo tipo di uscita. Ora che lo streaming sta diventando sempre più usato e influente, credo che la cosa interessante sia usarlo per far capire alla gente come l'album sarà. Mi piace far capire che tipo di sapori e atmosfere potrà trovarci. E per me una sola canzone non può essere esaustiva.

Una via di mezzo tra l'album e la playlist.
Chiaramente non è stata solo una mia decisione, dietro ci sono anche l'etichetta e lo staff. Sono consapevole che oggi gli album nella loro interezza si vendano meno ma, se guardo anche agli artisti che mi hanno ispirato, non credo ci sia uno strumento migliore per capire quello che un artista vuole dire. L'album racchiude tutta la sua poetica e, in questo senso, non è ancora apparso nulla in grado di soppiantarlo. Solo attraverso l'album puoi andare in profondità di quello che un autore cerca di esprimere. Farlo con una canzone sola è una sfida quasi impossibile. So che oggi non c'è tempo per nulla ma io chiedo un po' di sacrificio.

In che senso?
Quando si tratta di canzoni a me interessa un tipo di scrittura che richiede un po' di tempo in più di quello dedicato alla canzone che al primo ascolto ti ha fatto capire tutto. A me piace che si possa scoprire la bellezza poco alla volta, sia per quanto riguarda le mie canzoni sia per quelle che ascolto. A volte mi sento frustrato di fronte a canzoni che ti dicono tutto al primo ascolto e ti rimangono subito in testa. A volte possono essere bellissime, ma sono casi particolari, in generale si perdono una profondità necessaria per mettere le radici dentro di noi. Ed è questa che un artista dovrebbe cercare.