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"Soldado", Sollima sbarca a Hollywood con il sequel di "Sicario"

Dal 18 ottobre in sala il film pieno di ritmo e violenza con Benicio Del Toro e Josh Brolin

ufficio-stampa

Arriva al cinema dal 18 ottobre "Soldado", esordio in terra americana di Stefano Sollima, regista di "Suburra".

Il film, sequel di "Sicario" (2015) di Denis Villeneuve, è un intenso e serrato action-thriller che vede protagonisti due antieroi (ancora Benicio Del Toro e Josh Brolin) che rischiano la vita nello spietato mondo di frontiera del mercato della droga e della politica estera americana. Tgcom24 vi offre una clip esclusiva.

Nella guerra alla droga non ci sono regole. La lotta della CIA al narcotraffico fra Messico e Stati Uniti si è inasprita da quando i cartelli della droga hanno iniziato a infiltrare terroristi oltre il confine americano. Per combattere i narcos l'agente federale Matt Graver (Josh Brolin) dovrà assoldare il misterioso e impenetrabile Alejandro (Benicio Del Toro), la cui famiglia è stata sterminata da un boss del cartello. Alejandro scatenerà una vera e propria, incontrollabile battaglia tra bande in una missione che lo coinvolgerà in modo molto personale. Rapisce, infatti, la figlia del boss per scatenare il conflitto, ma quando la ragazza viene considerata un danno collaterale, il suo destino si metterà tra i due uomini che si interrogano su tutto quello per cui combattono.

"Il vero grande affare dei cartelli messicani oggi non è più la droga, ma l'emigrazione clandestina. Queste persone non devi curarle, non rischi nulla e, se va male, ritentano". Questa una delle frasi del film che offre tra sparatorie, agenti Cia, cartelli messicani infiltrati dentro la polizia di Stato, uno sguardo su questioni d'attualità come i confini da difendere (in questo caso quelli tra Texas e Messico), gli emigrati da sfruttare e il terrorismo islamico.

Dopo il successo al cinema di "A.C.A.B." e "Suburra", e in tv di "Gomorra - La serie" e "Romanzo criminale - La serie", Stefano Sollima è volato negli States firmando il suo primo e attesissimo lavoro oltreoceano: "Cosa ho portato ad Hollywood? Il mio sguardo amorale, ovvero quello di fare un racconto che va diritto allo scopo al di là del bene e del male, un tipo di film che negli States raramente si produce".