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"Verso Sankara - Alla scoperta della mia Africa", l'incontro di Alberto Malanchino con il Che Guevara del Burkina Faso

Il giovane attore italo-africano porta in scena uno spettacolo intenso e rivelatore di una delle figure politiche mondiali più carismatiche del ‘900

ufficio-stampa

"Verso Sankara - Alla scoperta della mia Africa", in scena al teatro Franco Parenti di Milano fino al 20 maggio è la storia di un viaggio/incontro, che Alberto Malanchino, giovane attore italo-africano, di padre italiano e madre del Burkina Faso, fa nel suo paese di origine e con Thomas Sankara (Tomà) il “Che Guevara” africano, una delle figure politiche mondiali più carismatiche del ‘900, "Per me una riscoperta...

della mia famiglia e di un uomo, Tomà, che ha cambiato il volto dell'Africa"...

Sul palco, accompagnato da un musicista, Moussa Sanou, Malanchino racconta il suo viaggio nel Burkina Faso: "Abbiamo raccolto testimonianze e ricordi di moltissime persone", dice a Tgcom24: "Abbiamo fatto incontri speciali, con la famiglia di Sankara, con due fratelli, che ancora aspettano la verità sulla sua morte, con gli ex collaboratori e gli ex ministri del periodo in cui è stato presidente (dal 1983 al 1987, ndr)".
Tutto il materiale, interviste, racconti e ricordi è stato rielaborato insieme a Maurizio Schmidt, che cura la regia e la drammaturgia e che ha accompagnato Malanchino nel suo viaggio in Africa e quindi portato in scena. 
Sankara è stato la figura di riferimento del panafricanismo, del rifiuto della dipendenza neocoloniale attraverso gli aiuti umanitari e della “terza via africana”; e per questo ha probabilmente pagato la sua utopia, in epoca di guerra fredda. Riteneva che un uomo politico debba avere come bussola la felicità del proprio popolo. Della sua eliminazione si sa tutto: esecutori e mandanti. Anche se tuttora la verità è coperta da silenzi e omertà.

Cosa ha trovato in Africa Malanchino? 
Sankara,  il “Presidente ribelle” è riuscito a cambiare il Burkina Faso imponendo diritti paritari alle donne, vaccinazione popolare, educazione contro l'infibulazione e l'Aids, lotta alla desertificazione e all'analfabetismo. Tutto ciò che ha fatto però è purtroppo rimasto al punto in cui lui lo ha lasciato, i passi avanti da lui compiuti non sono stati portati avanti. Anzi, 27 anni di dittatura e corruzione, dopo la sua morte, hanno lasciato il segno. Ma c'è un fermento tra i giovani, una nuova coscienza morale e sociale, una rinascita culturale inaspettata, che mi ha sorpreso positivamente...Tutti sanno chi è Sarkana e cosa ha fatto per loro.

Qual è il messaggio di Sankara e quello del tuo spettacolo?
 Aiutiamoci da soli, non aspettiamo che facciano gli altri ciò che possiamo fare da soli. E' un atto di responsabilità civile. 

Cosa hai portato in Italia dal tuo viaggio?
Con me porto la consapevolezza di appartenere a due realtà di cui sento la forza e la ricchezza in egual modo. L'Italia è un bel posto dove nascere e offre tante possibilità, ma l'Africa è un paese dove c'è tanta voglia di vivere e che dà un enorme valore alla famiglia e alle persone. Voglio portare il messaggio di Sankara a teatro il più a lungo possibile....perchè tutti possano conoscere la sua storia e un pezzetto di quella africana. La bellezza sta nella diversità. 

Lo spettacolo resterà in scena nella Sala Tre del Teatro Franco Parenti fino al 20 maggio
Questi gli orari 
martedì h 20:30
mercoledì h 21:00
giovedì h 19:00
venerdì h 19:30
sabato h 21:00
domenica h 16:45