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Carmen Consoli: "Al diavolo le mode, scrivo quello che mi piace e sento"

La cantante presenta a Tgcom24 il live in studio "Eco di Sirene"

Carmen Consoli:
ufficio-stampa

"Vorrei fare canzoni più radiofoniche, cantare cuore e amore, riempire gli stadi ed essere sempre in tv, bella e perfetta, ma la mia casa discografica mi ha detto di fare l'artista impegnata".

Sceglie l'ironia Carmen Consoli per raccontare il nuovo percorso, fatto di libertà e sempre meno compromessi, che l'ha portata al nuovo porgetto "Eco di Sirene". "Cerco di guardare le mie radici, scrivo quello che mi piace e sento", racconta a Tgcom24.

Il nuovo capitolo discografico conta 22 brani di repertorio riarrangiati in chiave orchestrale e gli inediti "Uomini topo" e "Tano", suonati con Emilia Belfiore al violino e Claudia Della Gatta al violoncello: "Abbiamo registrato un disco in presa diretta su nastro, in analogico, abbiamo detto visto che siamo fuori moda cerchiamo di esserlo totalmente, abbiamo riesumato un macchine trovate sul posto e ci siamo messe a cantare e suonare. Ci sono delle imprecisioni, umane che noi chiamiamo licenze poetiche o musicali ma non potevamo fare altrimenti perché non potevamo intervenire".

 

Era partito come un piccolo esperimento, solo nove date in giro per l'Italia, e in poco tempo i live sono diventati 60, anche in Europa: "Non mi piace parlare di numeri, sono volgari. Però è stata una soddisfazione, il pubblico mi incoraggia a sperimentare e mi segue. Volevo provare a vedere i miei pezzi sotto un'altra luce e messe a confronto con un'altra mia grande passione come lo scrivere per orchestre. Abbiamo creato una piccola orchestra da camera e siamo partiti con cautela programmando solamente pochi concerti. Alla fine ne abbiamo fatti più di sessanta".

Carmen Consoli:
instagram

Anche nelle due nuove canzoni, Carmen torna a raccontare la società di oggi attraverso quella di ieri, guardando anche al futuro. "Tano" racconta la condizione della donna tenuta per dovere a "sopportare i masculi", tra le righe di "Uomini topo" la Comsoli ironizza invece sulla società caratterizzata dal "credo dell'immagine" e dal giudizio veloce quanto la lunghezza di un tweet, al centro la scarsa empatia tra le persone e la difficile convivenza e tolleranza tra gli esseri viventi. "Cerco di guardare le mie radici, mi guardo intorno e scrivo quello che mi piace e sento, faccio musica perché mi piace. La bussola è il mio cuore, al di là di come è vestita la canzone".