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Addio a Rutger Hauer: fu l'indimenticabile replicante di Blade Runner

Nella sua lunga carriera, ha preso parte a più di 170 pellicole, tra cui Eureka, "Ladyhawke" e "La leggenda del Santo Bevitore"

Addio a Rutger Hauer: fu l'indimenticabile replicante di Blade Runner - foto 1
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Si è spento a 75 anni Rutger Hauer, l'attore olandese che divenne popolare in tutto il mondo per il ruolo del replicante in "Blade Runner".

Lo ha reso noto il suo agente ad esequie avvenute, spiegando che il decesso è avvenuto il 19 luglio. Nella sua lunga carriera, Hauer ha preso parte a più di 170 pellicole, tra cui "Eureka", "Ladyhawke" e "La leggenda del Santo Bevitore".

Cinema in lutto, morto lʼattore Rutger Hauer

Hauer, riporta il sito di "Variety", è scomparso il 19 luglio nella sua casa in Olanda dopo una breve malattia. Oggi si sono svolti i funerali. Appassionati di cinema e non solo, ricordano il celeberrimo finale del film "Blade Runner", quando il replicante Roy Batty dice: "Ho viste cose che voi umani non potreste immaginare. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser... e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. E' tempo di morire". Destino ha voluto che Hauer morisse proprio nel 2019, lo stesso anno in cui è ambientato "Blade Runner" e quindi l'anno in cui muore il replicante da lui interpretato.

Nato nel 1944 a Breukelen (Olanda), figlio di due attori, Arend e Teunke, Rutger cresce insieme alle sue tre sorelle. Inizia la carriera nel 1969 con la serie tv 'Floris', seguono alcuni film e ancora lavori per il piccolo schermo, ma è appunto "Blade Runner" (1982) a imporlo all'attenzione del pubblico internazionale. Per molti è invece indimenticabile di Etienne Navarre, il cavaliere che in "Ladyhawke" è vittima di un incantesimo che gli impedisce di unirsi all'amore della sua vita: lei infatti di giorno si trasforma in un falco mentre al calar della notte, quando lei (Michelle Pfeiffer) torna alla forma umana, lui diventa un lupo. Un altro dei suoi ruoli più interessanti e' in "The Hitcher - La lunga strada della paura", film del 1985 di Robert Harmon, in cui interpreta un feroce killer. Nel 1988 vince il Golden Globe per il film tv "Fuga da Sobibor" e l'anno dopo viene premiato come miglior attore al Seattle Film Festival per "La leggenda del Santo Bevitore" di Ermanno Olmi, film vincitore del Leone d'Oro 1988 a Venezia.

Arrivano poi per l'attore film come "Hemoglobin - Creature Dell'Inferno" (1997) "Il Richiamo della Foresta" (1997), "Strategia Mortale" (1998), "Simon Magus" (1999), "Impulsi Mortali" (2000), "I Banchieri di Dio - il Caso Calvi" (2001) e "Confessioni di una Mente Pericolosa" (2002) in cui alterna con disinvoltura, nonostante un fisico che lo vorrebbe relegato alla sola azione, ruoli da intellettuale, cattivo e romantico.

Alto, massiccio, occhi azzurri di ghiaccio, quasi un archetipo del puro ariano, Hauer si è sposato due volte; dalla prima moglie ha avuto la figlia Aysha (anche lei attrice) mentre dal 1985 si lega in matrimonio con Ineke, scultrice e pittrice. Del suo lavoro diceva: "Bravo e cattivo ragazzo, eroe o antieroe; non mi importa ciò che interpreto, ogni ruolo ha qualcosa di magico".