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De Luca: un regista con un sogno

Tanti studi all'estero (dall'età di 15 anni), ama il cinema (quello danese), è tornato in Italia, ha messo da parte 9mila euro (con una colletta) e girato "Penso che un sogno così".

Marco De Luca ha scritto e diretto la storia di quattro amici (Elisa Alessandro, Marina Rocco, Giovanni Izzo e Paolo Stella) in vacanza che "butteranno via la maschera tragicamente". Il regista 33enne ha sceneggiato già la seconda opera: "Un thriller noir, elegante".

La pellicola sarà proiettata al Cinema Politecnico Fandango di Roma (via G.Tiepolo 13/a, orari 18:50 - 20:40 - 22:30) dal 31 marzo e tutti i mercoledì delle settimane successive. Diciamo subito che il battage pubblicitario per la promozione del film si basa su due punti: il costo ossia 9 mila euro, cifra irrisoria per un lungometraggio, e il finale a sorpresa. Ma sono tanti altri i temi trattati: dal precariato alla meritocrazia, dal difficile rapporto madre e figlia al sogno che diventa incubo. "I personaggi alla fine si rivelano per quello che sono veramente - spiega il regista Marco De Luca - con un confronto serrato. Basti pensare a Fabio che è un bravo ragazzo, ma non esita a chiedere alla fidanzata Elisa di intercedere con la madre per un provino. Poi Matteo è un attore come lui, vuole arrivare ma usa altri mezzi, avendo un rapporto sessuale- sentimentale con la mamma di Elisa".

Bisogna stare alla larga dagli attori?
Ma no (ride, ndr) lavorare con loro è una delle cose più belle del mestiere del regista. Ne ho conosciuti parecchi anche nei casting di Sky, dove lavoro. E' un mondo omogeneo, dove c'è un po' di tutto. Ma alla fine, se ci pensiamo bene, Fabio non è così ingenuo come sembra... C'è la scena in cui Elisa parla con la madre del fidanzato "E' un buono, ti piacerebbe" e la risposta della mamma è "Allora è un pessimo attore!".

Il film è stato girato nel 2008. Dopo aver vinto dei premi ed essere stato presentato anche a Hollywood sbarca in una sala romana, come mai solo ora?
Abbiamo avuto un po' di visibilità nell'ultimo periodo ma capisco che è molto difficile trovare una distribuzione per un progetto così particolare e piccolo con attori emergenti. Però la Fandango ci sta dando questa opportunità. Spero il mio film venga amato non tanto grazie alle operazioni stampa e tv, ma anche tramite il passaparola e possa diventare così un 'piccolo caso'.

Hai già in mente una nuova sfida?
Ho scritto con Claudio Masenza la sceneggiatura di un thriller-noir, molto elegante e diverso sia per tecnica di ripresa che toni da 'Penso che un sogno così'. La storia ruota attorno a tre personaggi principali di età matura. Attualmente sto ultimando dei lavori per Sky Italia, in particolare "Camera con vista", un programma di viaggi con suggestioni cinematografiche per il canale Marcopolo.

Insomma un regista sempre in movimento...
A 15 anni sono andato a studiare in America, poi ho frequentato un corso di storia dell'arte in Inghilterra, in Danimarca ho seguito un corso di cinema - amo la cinematografia di quel Paese - ma sono stato anche a Parigi. Non faccio il 'turista', così cerco di stare per un lungo periodo in un posto per assimilarne, come fossi un cittadino, tutto quanto è possibile. In fondo non amo fermarmi troppo in un luogo, ma per fare questo mestiere da cinque anni sono fisso a Roma. E' stata una scelta di cui non mi pento, molti avrebbero potuto sconsigliarmelo dal momento che nel nostro Paese esistono fenomeni come il nepotismo, ma ho voluto fare di testa mia!

Andrea Conti