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Povia "Non mi sento furbo"

Così il cantautore su "La verità"

Povia risponde alle accuse di chi lo definisce furbo portando a Sanremo "La verità", brano sul caso Eluana Englaro: "E quelli che scrivono canzoni d'amore per essere sicuri di andare in classifica.

Mi accusano di volermi fare pubblicità e pubblicano testi falsi, come ha fatto 'La Repubblica'. Oppure dicono, come ha scritto il 'Corriere', che io non li farò pubblicare da Sorrisi nel numero pre-sanremese. Falso", spiega a Tv Sorrisi e Canzoni.

"I lettori di Sorrisi leggeranno il testo in anteprima nel numero in edicola il 9 febbraio. E come l'anno scorso con 'Luca era gay', si sono messi a polemizzare senza conoscere il brano. Sono furbo io o ne approfittano i giornalisti?".  Povia non pensa di vincere il Festival: "Ma mi piacerebbe che la gente mi dicesse, come l'anno scorso, che meritavo di vincere io". Ha anche le idee chiare sul premio della critica: "Quello si sa già chi lo vince: Morgan. Che finalmente presenterà un pezzo inedito".

La canzone, che si intitola 'La verità' (in un primo tempo aveva il sottotitolo "Eluana", poi tolto), è una sorta di lettera ai genitori da parte di una ragazza morta. Il primo verso del brano - fatto ascoltare al giornalista di 'Sorrisi' - infatti dice "Mamma, papà, ora vi vorrei parlare...". E prosegue con versi come "Padre, ora tienimi la mano, tienila vicino al cuore e potrai sentire che ti amo" e "mamma, papà, un giorno ci riincontreremo e ci stringeremo forte".  Alla fine, la firma: "la vostra bambina per sempre" (nella prima versione c'era il nome Eluana, ora è stato tolto anche da qui e non compare mai).

Povia ribadisce di non sentirsi furbo "ma semplicemente un cantautore". "Lo so che non sono De Gregori, Venditti o De André. Ma mi sento un cantautore. Negli anni 70 cantavano di lotta politica, aborto, droga; oggi nessuno lo fa più. Tutti i critici rimpiangono quella stagione 'impegnata' della musica e se poi ci provo io mi massacrano. Sarò 'solo' Povia, ma parto da lì. L'idea di scrivere una canzone su Eluana - spiega - è nata perché ho due figlie piccole, è un caso che mi ha sconvolto. Mi sono fatto delle domande come padre e come persona. Non riuscivo a far finta di niente".

Ammette di aver chiesto il permesso a Beppino Englaro, il padre di Eluana. "L'ho contattato nel modo più normale, ho cercato il suo numero di telefono, l'ho chiamato, ci ho parlato, poi sono andato a Lecco per incontrarlo - prosegue - e non ha nemmeno voluto sentire la canzone. Mi ha detto: "io non blocco gli artisti, vai pure avanti". Mi è sembrata una persona corretta, rispettosa del lavoro degli altri. E se mi avesse chiesto di lasciar perdere avrei lasciato perdere". Smentisce, invece, che salirà con lui sul palco dell'Ariston: "Non so chi metta in giro delle palle del genere. Lo troverei scandaloso".

La sorpresa è nel constatare che la canzone di Povia sembra prendere posizione a favore della sospensione dell'alimentazione forzata, in netto contrasto con la Chiesa e con le manifestazioni cattoliche di quei giorni: "Forse qualcuno pensava che fosse una canzone da Comunione e Liberazione", dice Povia. E alla constatazione che tale presa di posizione non farà piacere alla Chiesa dice: "Spero che non sia un problema, perché comunque è un inno alla vita. La ragazza dice: "Ora posso amare, ora posso correre e giocare".