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Damiano: umiltà, fatica e "Anima"

Presenta a Tgcom il suo Ep

Si intitola "Anima" l'inedito di Damiano che fa da apripista all'Ep omonimo - in uscita il 4 dicembre - e che Tgcom farà ascoltare in anteprima streaming l'1 e il 2 dicembre.

"La mia canzone nasce dopo un viaggio in Romania", spiega il cantautore che si definisce "un attento osservatore a distanza". Per il futuro sta "lavorando a un disco di inediti". Chi vincerà X Factor? "Marco, ma punto sulla sorpresa Giuliano".

Quando hai cantato "Anima" per la prima volta ad X Factor, sembravi molto più a tuo agio. Cosa è successo?
X Factor è stato un percorso importante e una vetrina non indifferente. Ammetto di aver affrontato i brani che mi hanno assegnato con lo spaesamento di trovarmi in un contesto per me assolutamente nuovo. Dovevo guardare le telecamere, quando io ho sempre cantato guardando in faccia il pubblico. E poi anche l'emozione ha giocato brutti scherzi, ma quella ce l'ho sempre - per fortuna - anche quando suono con amici in casa.

Comè nato il brano "Anima"?
Ero in Romania con una mia amica per aiutarla con un progetto educativo che mette al centro la musica popolare di quelle zone. In Transilvania ho insegnato a sei bambini come comporre delle ritmiche anche con martelli o pentole. Dovevamo preparare una  recita legata ad una manifestazione del posto. Qualche tempo di sera ho scritto questa canzone in soli cinque minuti. Parla dell'esperienza che ho vissuto ma anche di una bizzarra speranza.

Cosa ti ha colpito dei Rom?
Ho percepito una cultura ricchissima che viene da molto lontano e da secoli di esperienza. E' un popolo semplice ma con una grande poesia nell'animo. Come ogni situazione di degrado si percepisce, spesso, solo la superficie delle cose e fa paura. Ma vi assicuro che, al di là delle apparenze, ci sono tante cose da scoprire. Io la penso come De André che cantava 'I segreti che fanno paura/ finchè un uomo ti incontra e non si riconosce".

Hai alle spalle quindici anni di gavetta, l'esperienza più importante è stata col gruppo Monopoli di Stato. Ricordi di quel periodo?
Siamo stati insieme per nove anni e dopo sette anni di tour, con i soldi che avevamo raccolto, abbiamo pubblicato un disco autoprodotto 'Il buon visto e il cattivo gioco'. Abbiamo vinto il Premio De Andrè e partecipato al Cornetto Free Music Festival nel 2006. Poi come succede in tutti i gruppi, che nascono per gioco ma poi per esigenza di far musica continuano, l'esperienza si è conclusa...

E sei diventato solista.
Esattamente. Sono stato 'fermo' due anni per far delle ricerche sulla forma canzone, capire cosa volessi scrivere. Di certo la mia intenzione era quella di comporre qualcosa che fosse più vicino al mio modo di essere che alle esigenze del gruppo. Poi ho capito che dovevo far forza sulla semplicità, la miglior caratteristica per arrivare subito al pubblico.

Poi è arrivato X Factor. Cosa ti ha regalato questa esperienza?
Ho capito che volevo fare questo mestiere, ho concretizzato il sogno che avevo da ragazzino. Ho quindici anni di gavetta alle spalle, ho lavorato come attrezzista, fatto qualche live. Per questo riesco a tenere lontano tutto il trambusto che mi sta circondando in questo momento. Sono un osservatore, a distanza, di quello che accade. Essere così mi ha consentito di scrivere le mie canzoni...

E' in arrivo un brano di inediti?
Ci stiamo lavorando. Grazie ad 'Anima' ho incontrato il produttore Michele Canova con cui si è istaurato un grandissimo feeling umano. Mi darà una mano.

E Claudia Mori?
So che mi osserva e mi segue. Finito X Factor parlaremo della mia musica concretamente.

Chi vincerà?
Marco, ma se lo merita anche Giuliano che è un musicista straordinario.

Andrea Conti