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Tricarico:"I miei disegni hot?Arte"

Immagini e racconti nel suo primo libro

Francesco Tricarico, premio della critica a Sanremo 2008 per "Vita tranquilla" e ancora al festival 2009 con "Il bosco delle fragole", debutta come scrittore e disegnatore con "Semplicemente ho dimenticato un elefante nel taschino" (Ed.

Bompiani). Cinque racconti tra realtà (poca) e immaginazione (tanta). "Ho voluto anche inserire i miei disegni erotici - spiega a Tgcom l'artista -, ma l'uomo rappresentato non sono io. In fondo è arte, no?".

La lettera di un uomo che ha sperato per tutta la vita di vedere l’invisibile; Sofia è una giovane sonnambula che di mestiere fa la spia, aggirandosi al mercato, tra uomini corrotti, uomini innamorati e un Presidente ricco e potente; Ginevra, dotata di un’immaginazione ipercreativa, deve sempre tenere a bada ciò che la sua mente crea per non incorrere in qualche guaio grosso; un uomo misterioso nasconde un segreto che richiede pazienza e curiosità; un bambino e la sua magliettina ingiallita; un medicinale miracoloso che può salvare molte vite e un amore assoluto che saprà affrontare ogni rischio.

Nel libro scrivi: "Sono sempre stato solo (...) Ci ho messo trent'anni e forse ho soltanto rallentato i tempi poiché solo col confronto con gli altri ci si capisce". E' autobiografico?
Questo passo sì, il resto è tutta finzione. Però devo dire che il confronto con gli altri lo fai solo quando sai chi sei, bisogna comprendersi. Solo in quel caso possiamo capire gli altri.

C'è anche un presidente "artefice della crisi planetaria". Ti riferisci a qualcuno in particolare?
Ogni persona e situazione sono frutto della mia immaginazione. Non mi riferisco a nessuno, volevo solo rappresentare una persona di potere che non si ferma davanti a niente.

E' evidente, in questi cinque racconti, che si spazia molto tra immaginazione e realtà. E' il tuo mondo?
Ma non si capisce mai quando finisce il mondo fantastico e la realtà. Nell'ambientazione descritta nel libro c'è la voglia di cambiare anche con la forza dell'amore, rendendoci così veri artefici del nostro destino. Con l'immaginazione si può benissimo combattere l'idea del mondo malvagio, la si può schiacciare e cambiare poi radicalmente la prospettiva.

Narri le stelle, lo spazio, la terra in "Paesaggio Innevato", come mai?
Lo spazio è un luogo non conosciuto, di cui ancora si sa molto poco. Mi affascinava unire il concetto della mente umana con l'infinito dello spazio e delle stelle.

Ci sono anche gli egizi e i micenei ne "Il Segreto". Cosa ti affascina di queste popolazioni?
Che con pochissimi oggetti semplici abbiano reso grande una civiltà, la cui conoscenza si è persa con il tempo. Ed è un vero peccato perché sapevano molte cose, molto più di noi.

Nei disegni c'è una chiara rappresentazione del fallo. Il ragazzo protagonista dei disegni assomiglia proprio a te, hai un rapporto ossessivo con le tue parti intime?
Quel ragazzo non sono io. Sono solo dei disegni che rappresentano l'eros e anche l'arte. Ho voluto solo rappresentare l'istinto primordiale della vita, la fertilità con scene di accoppiamento con l'intenzione di far capire la forza trascendentale dell'orgasmo. Non c'è nulla di malizioso ma solo un simbolo di un qualcosa di arcaico e antico. Ma sia chiaro che nella vita non disegno solo oggetti erotici, ma anche soggetti naturali: fiori, alberi, animali, il tutto con molto colore.

Andrea Conti