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Jackson sull'orlo dell'esaurimento

Rivelazioni di uno psichiatra al "Sun"

Solo 13 giorni prima di morire Michael Jackson aveva dato forti segni di squilibrio, tipici di una persone sull'orlo di un crollo nervoso.

A rivelarlo al "Sun" è una fonte vicina agli inquirenti. Secondo uno psichiatra la popstar non era evidentemente "pronta nel dal punto di vista mentale che da quello fisico ad affrontare" i 50 concerti previsti a Londra. Ma sempre secondo la stessa fonte Michael non intendeva rinunciare.

Uno sforzo enorme che lo avrebbe provato oltre ogni limite. Anche per questo Jacko sarebbe ricorso all'uso di potenti sedativi. "Michael è sempre stato convinto che lo spettacolo doveva andare avanti ad ogni costo - avrebbe detto il medico il cui nome è però mantenuto sotto riserbo -, al punto che era ossessionato dall'idea di non riuscire a salire sul palco e che se questo fosse accaduto lo avrebbero 'ucciso'. Era stato messo in un angolo e stava crollando schiacciato dalle responsabilità".

Una tesi confermata anche da quanto accaduto soltanto pochi giorni prima della morte del cantante, quando parlando con alcuni fan, lo stesso Michael aveva espresso le sue paure sul "non farcela a reggere fisicamente" un simile sforzo, e tutta la sua delusione e rabbia per essere stato raggirato: infatti lui aveva pensato a un certo numero di show da fare a Londra e in giro per il mondo ma mai a cinquanta spettacoli da fare in un tempo così breve.

Lo stress avrebbe quindi influito pesantemente sul sistema nervoso di Michael. "Un momento era eccitato all'idea degli spettacoli - prosegue la fonte - un altro era completamente paralizzato dal terrore e si comportava come un maniaco compulsivo". Il rifugio sarebbero stati quindi i tranquillanti, quelli che poi lo hanno ucciso.