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Pgr, un addio di "forma e sostanza"

Tgcom intervista Gianni Maroccolo

Così doveva essere, così sarà.

"Ultime notizie di cronaca", burocraticamente vistato come un impegno contrattuale da onorare con la casa discografica, chiude in realtà la storia dei Pgr, i "Per grazia ricevuta", la formazione figlia dei Csi, a loro volta fedeli continuatori della linea dei Cccp e della parte migliore dei Litfiba.

"Ultime notizie di cronaca" è un album che commuove, forte e intenso, nelle liriche e nelle musiche. Nell'era dell'easy listening, l'ultimo lavoro dei Pgr è un disco difficile e onesto, specchio di una coscienza mutata, quella di Giovanni Lindo Ferretti, i cui versi sono stati tradotti in musica da Giorgio Canali e Gianni Maroccolo. “Certo, le circostanze non sono favorevoli. E quando mai?”, canta Giovanni, eppure in questa difficoltà dischi come questi aprono spunti di riflessione, perché ogni riga, ogni nota, la si condivida no, è pesata, non è lì a caso, ed è questa la grande forza di Ferretti, Canali e Maroccolo.

Con quest'ultimo, bassista storico dei primi Litfiba "eroi nel vento", protagonista indiscusso da ormai quasi trent'anni della scena musicale italiana che vale, abbiamo cominciato parlando del disco, prima di incanalarci in un viaggio attraverso gli anni che sono passati e quelli che verranno, "non temendo il proprio tempo, perché è un problema di spazio".

Gianni, sembra proprio che questo disco piaccia...
E' un'apoteosi di felicità, ma anche di malinconia. Si tratta di un'esperienza che chiude in bellezza, ma chiude. Riceviamo segnali di calore e affetto, la maggior parte dei feedback sono di "grazie" per questi anni, non si può prescindere dal fatto che si è condiviso qualcosa di bello e importante. "Cronache" è sicuramente un disco pesante, ma è pregno, ed è stato accolto come un ottimo disco. E questo, paradossalmente, lascia un pelino di amaro in bocca.

Non è che ci avete ripensato e porterete il disco in tour?
No, non abbiamo cambiato idea, era stabilito che così doveva essere e così sarà. Devo però precisare che mentre Giovanni e Giorgio sono due che hanno a che fare con le parole, non prescindono da aspetti limitanti, io faccio musica e mi piace condividerla, e i live di Csi e Pgr nella loro particolarità hanno avuto una vita propria. Io sarei tornato sul palco, come musicista lo vedo come un atto dovuto.

Con Litfiba, Cccp, Csi e Pgr, hai formato musicalmente diverse generazioni. Com'è cambiato il pubblico in quasi trent'anni di attività?
E' incantevole trovarsi a cavallo di tre generazioni di padri, figli, zii... Io ne sono orgogliosissimo, spero solo di non aver partorito menti insane. E' gente che, come noi, intende la musica come un qualcosa alla vecchia maniera, per ritrovarsi e condividere, è gente che è cresciuta e cambiata con noi e, inevitabilmente, coi nostri riferimenti musicali. Spero solo che sia cambiata in meglio.

E la scena musicale come è cambiata?
La musica è ormai da tempo in mutazione, oggi è più entertainment che musica in senso stretto. Quello sarebbe il meno, la realtà è che il mercato produce il 5-10% di quello che è suonato. La nostra generazione ha goduto della possibilità di poter crescere grazie alla musica, c'è stato uno scambio emozionale forte. Oggi da questo punto di vista tutto è più difficile. Abbiamo contribuito alla costruzione di certe coscienze, speriamo di non aver fatto danni. Comunque sia ti ritrovi carico di reponsabilità, Giovanni ha problemi di onestà intellettuale, siamo "casi difficili", ma non ci siamo fatti scivolare nulla.

Pensi che Internet sia un valido aiuto per chi oggi vuole fare musica?
Sono certo che si cerchi l'uso migliore del mezzo, il web permette molto, ma si deve imparare a gestirlo, altrimenti genera solo confusione. Usato in maniera seria consente la libera circolazione di informazioni, può essere fermento per le avanguardie.

Ma c'è che dice la Rete abbia ucciso la discografia...
Non lo penso, semmai la discografia non ha investito nella ricerca di nuovo talenti, ha cercato solo cloni di artisti. Nei cd ci sono solo due canzoni buone, le rimanenti fanno schifo. La gente ha imparato a scegliere, ben venga il web come mezzo di diffusione. A me internet non fa paura, sono trent'anni che lavoro così, vado avanti come sono sempre andato. Ricevo e ascolto decine di cd, le avanguardie stanno tornando, auspico un cambiamento.

Di che tipo?
Oggi c'è un ritorno al palcoscenico, è vero che la rete ti rende visibile, ma fare un cd è diventato fin troppo facile, il ring vero diventa il palco, andare in pasto al pubblico. Il disco è diventato solo una delle attività del musicista.

C'è qualche formazione che ritieni erede dei Pgr?
Dopo di noi non so, non vorrei sembrare presuntuoso ma non vedo qualcuno che abbia continuità con Csi e Pgr. Fare musica con Giovanni presuppone unicità, e non c'è in giro un altro Giovanni. Noi abbiamo dato sonorizzazione alle sue parole, abbiamo per certi versi fatto delle colonne sonore per lui. Gruppi come Afterhours e Marlene Kuntz vivono di luce propria, Cccp, Csi e Pgr, e lo ripeto senza voler sembrare presuntuoso, sono stati unici.

Facciamo un po' di passi indietro: se ti dico Litfiba cosa ti viene in mente?
"17 Re" (album del 1987, forse il migliore della formazione, ndr) e Ringo De Palma (batterista del gruppo e nell'ultimo album dei Cccp, scomparso nel 1990, ndr). Il primo lo considero uno dei dischi più belli della musica italiana, Ringo è un ricordo costante. Ai "miei" Litfiba, quelli fino al 1990, mi legano orgoglio e affetto, e non posso che pensarne bene.

E di rimpianti ce ne sono?
I rimpianti sono tutti da verificare, certo mi rode ancora pensare alla chiusura del Cpi (Consorzio produttori indipendenti, ndr), l'etichetta che mettemmo su io e Giovanni. Gestimmo il tutto in maniera un po' bohemienne, tornassi indietro sarei più oculato. E' un'incompiuta.

Coi Pgr invece avete chiuso il cerchio...
Esatto. Il progetto Pgr era nato per mettere in discussione tutto e tutti. Quel processo si era interroto e "D'anime e d'animali", il nostro penultimo disco, era nato in emergenza. Per "Ultime notizie in cronaca" non è stato così, e posso dire con serenità che Pgr non è qualcosa di incompiuto.

Domenico Catagnano