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"Per le note ho perso molti treni"

A Space Scout cʼè Luca Dimoon

Voce calda e sound che mette insieme il jazz e il soul.

Un binomio che a prima vista può sembrare vincente e, invece, ha creato non pochi problemi al cantautore ("arrangiatore e produttore" tiene ad aggiungere) 26enne Luca Dimoon: "Ho avuto due contatti molto importanti ma volevano virassi al pop. Ho rinunciato". Prima immerso nella pittura e poi nella musica, Luca continua a girare il mondo tra concerti "e un disco che ancora devo pubblicare".

Anche se vive tra l'America, l'Inghilterra e l'Italia, Luca ha origini molto radicate nel nostro Paese, il padre è un pittore ("ed ex musicista jazz") di Messina. Nato e cresciuto a Milano, dove ha frequentato il Liceo Artistico, il primo amore di Luca in realtà è la pittura. "Ho anche fatto qualche mostra - specifica il cantautore -. In fondo la musica l'avevo sempre considerata solo come una cosa mia, intima. Una valvola di sfogo per le cose belle e quelle brutte che mi accadevano nella vita".

Quando hai deciso di abbandonare la pittura per la musica?
E' avvenuto tutto in maniera graduale. E poi ricevevo molti riscontri dalla gente che incontravo e addetti ai lavori cui facevo ascoltare le mie canzoni. Poi le idee sono state più chiare anche perché ho sempre ascoltato la musica soul e quella jazz. Alla fine ho trovato la mia strada.

Cosa hai deciso di fare?
Anzitutto sono partito a Londra per un motivo molto preciso.

Quale?
In Italia c'è una bassa considerazione per chi fa musica. Se uno decide di far il cantautore non viene considerato un vero lavoro, anzi...

E a Londra?
E' tutto diverso. C'è maggior rispetto per la professione del musicista. Ed è stato proprio lì che ho fatto ascoltare il mio primo pezzo al produttore dei Blue.

Ci sono stati dei riscontri?
Voleva produrmi. L'unica richiesta era quella di aggiustare un po' il tiro con la mia produzione perché era troppo esigente e forse di nicchia: una fusione di jazz e soul. Il marketing, il video e tutto il resto era pronto. Ma alla firma finale sul contratto ho visto che si voleva creare un altro tipo di proposta musicale...

Cioè?
Pop. Virare verso il pop e a quel punto non ce l'ho fatta. Ho detto le mie motivazioni e ho mollato tutto. Mi sono messo a studiare piano, chitarra, basso. Ho arrangiato da solo i miei brani con il computer a casa e in questo modo ho anche fatto a meno degli strumentisti.

Quanto tempo sei rimasto a Londra?
Due anni. Poi sono andato a New York e in quel momento sono stato contattato da alcuni produttori italiani. Un mio brano era stato scelto per entrare nella Wind Summer Collection.

Hai avuto qualche riscontro dopo questo episodio?
Direi di no. Si è rivelato un fuoco di paglia. E' da quattro anni che sto cercando di pubblicare il disco che è già pronto, anzi ho già le idee per il secondo album. Ma mi concentro soprattutto sulla mia attività live in giro per il mondo. Ho fatto date anche in Russia. Il mio problema forse è che non riesco a stabilirmi in qualche posto.

In Italia nessuno ti ha contattato?
A dir la verità sì. Ad esempio la Universal e la Nisa, che ha prodotto Tiziano Ferro. Però la condizione perché mi producessero era che cantassi in italiano. E anche lì ho lasciato perdere perché ho sempre scritto in inglese...

Hai perso molti treni...
Sono fiducioso per il futuro. Ma poi non credo di aver perso dei treni. Adesso ho la possibilità di migliorare tutti gli aspetti della mia scrittura e continuare a girare il mondo, cosa che non mi dispiace, e cantare sempre dal vivo. Il successo se arriva bene, se no non è certo una priorità per me.

Di cosa parlano le tue canzoni, c'è un filo conduttore che li lega?
Credo la ricerca della parola e sicuramente l'introspezione psicologica.

Non parli di amore però!
L'amore è in molte mie canzoni. Ad esempio, in 'Hostage' dico di essere ostaggio di un amore. Geloso, possessivo...

Sei ancora un ostaggio?
Per fortuna no. E' finita tre anni fa.

Sul tuo Myspace parli molto della notte. Ha un valore molto importante per te?
Luca in greco significa Luce mentre Dimoon è un chiaro riferimento alla luna. Di notte sono molto creativo, canto e inoltre credo che la spiritualità sia più accentuata. Cosa che non accade di giorno in cui mi occupo di tutti gli aspetti pratici della vita, come tutti per il resto.

Hai mai ricominciato dipingere?
Non potrei mai farlo. Darei il via a una conflittualità non sana. Il mondo della pittura assorbe tanta energia ed entrerebbe subito in contrasto con la musica. La mia scelta l'ho fatta.

Andrea Conti