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Anni 70: Laura Antonelli

La regina di tutte le "malizie"

Continua il viaggio di Tgcom alla riscoperta delle bellezze della commedia sexy all'italiana.

Questa volta è il turno di una delle capostitpiti del genere, Laura Antonelli. Il film che la rese celebre, "Malizia" (1973) è stato quello che ha dato il via a una serie infinita di imitazioni creando un vero e proprio filone. Tra gli altri film della Antonelli sono da ricordare "Il merlo maschio", Sessomatto" e "Divina creatura".

Profuga da bambina durante l'esodo istriano, Laura Antonaz, nata a Pola nel novembre del 1941, esordisce nel cinema nel 1965 con il film "Le sedicenni di Luigi Petrini", dopo aver girato alcuni caroselli per la Coca Cola.

Da quel momento ricopre ruoli secondari in alcuni film e inizia a lavorare in pellicole sexy come nel 1969, "Le malizie di Venere" di Massimo Dallamano, una sorta di segnale per quello che sarà il suo ispirato al romanzo di Leopold von Masoch, censurato e riproposto in seguito. La notorietà arriva nel 1971 con il film di Pasquale Festa Campanile "Il merlo maschio", dove compare nudissima accanto a Lando Buzzanca. Ma è nel 1973 che trova il ruolo che le cambierà la carriera e la inserirà nel mito del genere sexy: Salvatore Samperi la sceglie per interpretare la cameriera che in "Malizia" agita le fantasie di Turi Ferro e del giovanissimo Alessandro Momo.

Il film è campione di incassi e per Laura Antonelli si spalancano le porte della notorietà, tra feste, viaggi e bella vita; la stampa la definisce "un volto d'angelo su un corpo da peccatrice". In seguito Laura alterna interpretazioni in film d'autore come "Trappola per un lupo" di Claude Chabrol (dove conosce Jean-Paul Belmondo con il quale avrà una discussa e turbolenta relazione), "Sessomatto" di Dino Risi e "Mio Dio come sono caduta in basso" di Luigi Comencini, a film erotici di cassetta, come "Peccato Veniale".

Nel 1977 lavora con Luchino Visconti ne "L'innocente" di Luchino Visconti. E' la prima di una serie collaborazioni con registi del calibro di Bolognini ("Gran Bollito") ed Ettore Scola ("Passione d'amore"). Il filone erotico non viene comunque mai abbandonato ("Casta e Pura"), così come quello della più classica commedia all'italiana ("Mi faccio la barca", "Viuuuulentemente mia", "Grandi magazzini").

La carriera della Antonelli si interrompe bruscamente nel 1991 quando dopo aver girato "Malizia 2000" (con molto meno successo rispetto al primo), viene arrestata e condannata in primo grado a 3 anni e 6 mesi per spaccio di stupefacenti. È reclusa nel centro d'igiene mentale di Civitavecchia. Dieci anni dopo viene assolta in appello perché ritenuta tossicomane e non spacciatrice.

A dramma si assomma dramma, quando Laura viene colpita da una reazione allergica, l'edema di Quincke, che la lascia irrimediabilmente sfigurata, e che l'attrice attribuisce a interventi di medicina estetica effettuati durante le riprese di "Malizia 2000", al punto di citare in giudizio per danni il chirurgo, il regista e la produzione del film. Il chirurgo plastico sarà poi scagonato ma per Laura comunque il cinema sarà solo un ricordo.