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Neja, l'ex regina dell'estate '99

A Tgcom i nuovi progetti dellʼartista

Ricordate il tormentone dance "The Game" di Neja? Ha vinto Un disco per l'estate 1999 ed era in ogni tappa del Festivalbar.

Da allora è passato tanto tempo e Neja (vero nome Agnese Cacciola) torna alla musica con "Acousticlub", rivisitazione acustica di hit degli anni 80 e 90. "Perché oggi non c'è più il tormentone? - dice Neja - Si è alla ricerca della qualità artistica. Ed è un buon segno, ad esempio, sono felice del successo di Giusy".

Cos'è successo da quel lontano 1999?
Tantissime cose. Momenti di alti e bassi, scelte artistiche che mi hanno formata...

Del grande successo di "The Game" cosa ricordi?
L'estate del '99 è stata movimentatissima per me. Sono successe cose importanti all'estero, un tour in Giappone e ho vissuto un certo tipo di realtà musicale. Era un momento importante per la mia vita. Quella canzone ha rappresentato un salto di qualità che poi non è avvenuto.

Ti riferisci alla tua ex etichetta Universal?
Esattamente.

Cosa pretendevano da te?
Volevano facessi il salto dalla musica dance alla musica pop. Ma non era assolutamente il momento giusto. Io sono partita 'masticando' musica jazz e soul e la dance ha rappresentato un fortunato 'incidente di percorso'.

C'è qualche errore che hai commesso nel '99 e che oggi non rifaresti?
Affidarmi alle persone sbagliate. Ma sono fatalista se le cose sono andate così è perché oggi dovevo fare un percorso diverso.

Quest'anno il Festivalbar non è andato in onda e negli ultimi anni si fa fatica a trovare un vero tormentone. Come mai?
La dance negli anni 90 era più presa in considerazione, anche se ultimamente devo dire sta un po' tornando di moda nelle radio. Ma credo che in generale stia tornando la voglia nella gente di cantare la melodia di una canzone.

E cosa ne pensi del successo di Giusy Ferreri, da cinque settimane prima in classifica degli album?
Mi piace e sono molto contenta per lei. Credo che la sua canzone, "Non ti scordar mai di me", sia assolutamente orecchiabile e raffinata. 

La sua canzone può esser considerata un tormentone?
Io penso che il suo 'caso' rappresenti il risultato della ricerca della qualità. Può essere un buon segno per tutti gli artisti. E credo anche che X Factor, a differenza di programmi come Amici o Operazione Trionfo, abbia dato un'accelerata a questa tendenza.

C'è un consiglio che vuoi dare agli artisti che si affacciano ora al mondo musicale?
Non farsi spingere dal successo facile e prepararsi molto, studiare. Tutti sono capaci di cantare ma mancano le basi.

Tornando alla nuova Neja, "Acousticlub" è il tuo terzo disco che è stato autoprodotto. Un obbiettivo ambizioso...
Ho reinterpretato in chiave acustica i grandi successi di artisti famosissimi. Non è stato facile. Il paragone spaventerebbe chiunque, ma era una cosa che dovevo a me stessa.

Dalle immagini sexy in versione dance a raffinata elegante in "Acousticlub". Scelta voluta?
Assolutamente sì. Con il mio stylist abbiamo pensato che la figura di una ragazza che ricordasse le pin-up, le donnine della Coca Cola negli anni 50 si prestava bene a questo progetto discografico nuovo. Il nuovo look è sicuramente un distacco dal mio passato dance, che sia chiaro non rinnego.

Quando è nato il nuovo album?
Tre anni fa. Ma il percorso per realizzarlo è stato lunghissimo e si è concretizzato solo negli ultimi mesi.

C'è qualche canzone che non hai potuto inserire?
Moltissime dai Depeche Mode ai Duran Duran (ero innamorata pazza del chitarrista Andy Taylor) ma anche Madonna e Ciny Lauper. Chissà magari troveranno spazio in un ipotetico "Acousticlub 2". Tra gli italiani avrei voluto rifare "La cura" di Battiato. Ma per ora sto pensando a un album di inediti.

In inglese?
Sì.

Hai mai cantato in italiano?
Mai. Ho sempre ascoltato musica black ed è ovvio che se cantassi in italiano cambierebbe anche la mia vocalità.

Cosa puoi anticiparci del disco di inediti?
Ho scritto una cinquantina di canzoni. Io quando soffro in amore sono particolarmente ispirata e compongo moltissimo...

Ora sei innamorata?
Si, sono felice e infatti scrivo poco (ride, ndr).

Andrea Conti