Space Scout, Son va oltre l'Italia

Com'è possibile? Un campano doc che fa un disco dal sapore internazionale...
Eppure è possibile. Cantare in inglese poi per un napoletano è più facile che per un milanese. Per una questione di assonanze... Basti pensare ai pezzi blues di Pino Daniele quando canta così (imita perfettamente la voce di Pino; ndr). Poi comunque ascolto Gigi D'Alessio anche...

Anche D'Alessio?
Ti spiego, in realtà l'ho cantato al karaoke solo una volta per far colpo su una ragazza.

Com'è andata a finire?
Non ho concluso nulla.

Perché ti chiami Son?
Significa figlio in inglese ed è una parole che mi piace un sacco e riassume benissimo il senso della mia musica, "figlia" dei miei ascolti dai Beatles ad Elvis.

Come hai selezionato i pezzi del tuo disco "Wasted Time"?
Erano 25 in tutto. Alcuni bruttissimi, altri bellissimi. Molti di quelli belli non li ho voluti inserire. Non è detto che non vedano la luce in un altro progetto discografico, il prossimo. Questi undici brani hanno una continuità a livello di suono.

Il singolo narra di un incontro molto 'sensuale' con una ragazza. Come sono andate esattamente le cose?
Beh ero in un locale e ad un certo punto vedo una ragazza, con cui magari apparentemente non sembravo aver nulla in comune. Poi è scattata la passione e siamo anche stati assieme. Ma l'ho lasciata perché era troppo ossessiva. Sono un musicista ho anche bisogno dei miei spazi, ma lei mi voleva 'accasato'. Sia chiaro io sono di sani valori e principi.

Cosa ti ha spinto a chiudere la storia?
Anche l'ambizione. Io voglio fare dischi, cantare live. Ma anche cimentarmi come produttore, già con questo disco un po' l'ho fatto.

Ha un difetto "Wasted Time"?
Che è troppo bello! (Ride; ndr) No scherzi a parte, ho un difetto: non mi accontento mai. Già quando avevo finito di incidere questo album, ne volevo fare un altro!

Hai sempre scritto in inglese?
No. Ho iniziato in italiano ma in cuor mio speravo sempre di poter pubblicare un album in inglese e quando è accaduto ero contentissimo. Prima scrivo la melodia e poi costruisco sopra le parole.

Quando hai capito che le cose stavano 'girando' nel modo giusto?
Sicuramente quando ho incontrato il produttore Stefano Cenci e Danele Barlocci della Music Solutions. E poi quando da Paestum mi sono trasferito a Roma da quasi due anni. Lo stesso tempo che ci ha messo il disco per nascere.

Elisa ha avuto successo cantando in inglese, ci ha provato anche un altro giovane cantautore The Niro. Lo sai che hai scelto una strada difficile?
Difficile? Vorrai dire impossibile! Lo so. Ma a questo punto miro anche oltre ai confini italiani. Sto molto studiando per questo ad esempio con corsi intensivi di pronuncia e fonetica inglese. Voglio che il mio accento sia perfetto.

Myspace quando è entrato nella tua vita?
Subito dopo la fine del disco. E' un mezzo straordinario per chi come noi ha pochi soldi ed ha una produzione indipendente per farsi un po' di pubblicità. Ricevo molti complimenti da parte degli addetti ai lavori. E io in questo momento ho bisogno di essere 'caricato' con messaggi di appoggio.

C'è qualcuno nella tua vita che ti sta al fianco in questo momento delicato?
La mia famiglia e i miei amici senz'altro.

Vivi di sola musica? Per mantenerti fai un altro mestiere?
Faccio serate anche con altre band. Ma io vivo di sola musica. E' il mio proposito: musicista a tempo pieno.

Perché Son è diverso dagli altri colleghi?
Perchè è destinato a durare rispetto alla maggior parte di quello che si è già sentito sino ad oggi.

Andrea Conti